Agricoltura/ Vino, una vendemmia boom ma prezzi in caduta verticale. Politi (Cia): “Con queste spese imprenditori in difficoltà”

C’è molta preoccupazione nelle aziende vitivinicole italiane. Infatti, nonostante una vendemmia da oltre 46 milioni di ettolitri e la buona qualità del prodotto, si preannuncia una caduta verticali per i prezzi delle uve pagati ai produttori. L’allarme è stato lanciato dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori.

In alcune regioni, come la Puglia e la Sicilia, sostiene la Cia, c’è grande apprensione, perchè c’è il rischio che le aziende si trovino ad affrontare una situazione sempre più difficile che vede già una sensibile crescita dei costi produttivi e contributivi che hanno riflessi negativi sui redditi. «Al favorevole andamento produttivo – avverte il presidente della Cia, Giuseppe Politi – quest’anno si contrappone uno scenario alquanto complesso e carico di nubi oscure per le imprese».

«Sul settore, del resto – aggoiunge Politi – si riflettono gli effetti della crisi economica. Assistiamo ad una perdita di competitività delle aziende, alla quale si aggiungono i ritardi accumulatisi nell’attuazione dell’Ocm vino riformata in sede comunitaria. Il tutto accompagnato dal costante calo dei consumi interni, soprattutto per i vini da tavola, e da un’impropria informazione, con divieti generalizzati che danneggiano una bevanda come il vino che ha tradizioni profonde nella nostra cultura. Un insieme di fattori che, quindi, preoccupa e rende inquieto il settore agli inizi della nuova vendemmia».

«La situazione che sta vivendo il settore vitivinicolo – rileva Politi – è lo specchio delle difficoltà dell’agricoltura. In tutti i comparti, dall’ortofrutta ai cereali, dall’olio d’oliva al lattiero-caseario, i problemi ogni giorno di più si fanno pressanti. I prezzi sui campi continuano a scendere, i costi di produzione e gli oneri contributivi sono sempre in crescita. Gli imprenditori agricoli così perdono competitività».

«E da parte del Governo non vediamo l’attenzione necessaria con interventi realmente mirati. Emblematico in tale contesto il caso della mancanza di risorse per il Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. Tante promesse, ma nessun atto concreto».

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