Airbus Air France scomparso/ Il volo 447 non si spezzò in volo ma cadde dritto nell’oceano

Pubblicato il 2 Luglio 2009 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

L’A330 dell’Air France precipitato nell’Oceano Atlantico mentre volava da Rio de Janeiro a Parigi non si spezzò in volo: ne sono convinti gli esperti della commissione che indagano sul disastro aereo in cui morirono 228 persone.

La conclusione è contenuta nel rapporto preliminare sull’incidente, che la Bea (l’Agenzia di Inchiesta e Analisi) francese ha reso noto in una conferenza stampa in cui ha anche annunciato che la ricerca delle scatole nere continuerà fino al 10 luglio. L’inchiesta, durata un mese, ha accertato che i sensori di velocità difettosi furono «un fattore, ma non la causa» dell’incidente. L’esame dei rottami recuperati fa pensare che l’aereo, ha spiegato il responsabile della Bea incaricato di presentare il rapporto, Alain Bouillard, «non si è distrutto in pieno volo ma sembra aver colpito la superficie dell’acqua in posizione di volo con una forte accelerazione verticale. L’aereo era intatto al momento dell’impatto».

Gli esperti hanno escluso che l’aereo si sia spezzato in aria dopo aver attentamente esaminato i 640 rottami recuperati . Lo stabilizzatore del velivolo, per esempio, è stato recuperato ancora attaccato a parte della sua struttura di base. Neanche i giubbotti di salvataggio erano gonfiati a conferma, secondo Bouillard, che «i passeggeri non erano preparati ad una atterraggio d’emergenza in mare».