ROMA – I giovani italiani bevono sempre di più, e bevono per ubriacarsi. Il fenomeno del “binge drinking” fuori pasto si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese, sono oltre 8 milioni e 600mila gli italiani a rischio, con un aumento dei ricoveri ospedalieri del 10 per cento, con ventimila morti l’anno.
L’alcol uccide di più di tante droghe, e in Italia la mortalità legata al consumo di alcolici è superiore alla media europea. A bere di più, e soprattutto superalcolici, sono le ragazze tra i 14 e i 17 anni: tra loro la percentuale di bevitrici è raddoppiata in 15 anni, toccando il 14,6 per cento. Nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni i consumatori fuori pasto sono passati dal 33,7 per cento al 41,9 per cento, e tra gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni dal 14,5 per cento al 16,9 per cento.
Dall’analisi del ministero della Salute su alcol e problemi correlati il primo decennio del Ventunesimo secolo ha mostrato la crescita fra i giovani di consumo di vino e birra, ma anche di superalcolici, aperitivi e amari. Ed è questo il fenomeno più preoccupante, in quanto proprio il consumo di superalcolici è per lo più un consumo che avviene lontano dai pasti, a stomaco vuoto, e quindi molto più pericoloso. In tutto, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, pratica il binge drinking il 25,4 per cento degli uomini ed il 7,3 per cento delle donne sopra gli 11 anni: circa 8.600.000 persone.
Avvertono dall’Istituto Superiore di Sanità: “L’alcol è una sostanza per la quale c’è la minore percezione di rischio. Si sa che è pericoloso guidare dopo una bevuta, ma va ricordato l’alcol influisce anche sull’insorgenza di 60 malattie come ad esempio 12 tipi di tumore. In Italia è bassa la percezione del rischio, soprattutto al fatto che si beve sempre di più fuori pasto. Bere durante il pasto si dimezza la concentrazione della sostanza nel sangue”.
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