ALITALIA: DOPO ULTIMATUM DI TREMONTI VIA EMENDAMENTO SALVA MANAGER

L’emendamento "salva-manager" inserito nel decreto Alitalia in Senato sarà eliminato alla Camera. Lo affermano fonti di Governo dopo l’intervento del ministro Giulio Tremonti a Palazzo madama. Durante l’informativa al Parlamento sulla situazione venutasi a creare dopo la cosiddetta crisi dei mutui e i fallimenti di alcune grandi istituzioni finanziarie mondiali il ministro dell’economia aveva annunciato che il governo è pronto ad affiancare gli istituti di credito qualora questi si trovassero in difficoltà a causa delle ripercussioni della crisi finanziaria, sottolineando tuttavia che l’intervento sarà finalizzato a tutelare i risparmiatori, non i dirigenti che hanno sbagliato.

L’AUT AUT DI TREMONTI – Lo stesso concetto era stato poi espresso al Senato, a margine del dibattito, a proposito appunto dell’emendamento "salva-manager" inserito a sorpresa nel decreto Alitalia: «Se si immagina che la linea del governo sia quella prevista da un emendamento che prevede una riduzione della soglia penale per alcune attività di amministratori, si sbaglia – ha detto il ministro -. È un emendamento fuori dalla logica di questo governo. O va via l’emendamento o va via il ministro dell’Economia».

La "salva-manager" prevede, nel caso di amministrazione straordinaria, che i reati come ad esempio la bancarotta fraudolenta, la bancarotta semplice o il ricorso abusivo al credito, siano applicabili solo se la compagnia fallisce o nell’ipotesi di accertata falsità dei documenti. Questo il testo dell’emendamento: «Le dichiarazioni dello stato di insolvenza a norma dell’art. 4, comma primo, e dell’art. 3, comma terzo, del presente decreto e dell’art. 3 e dell’art. 82 del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, sono equiparate alla dichiarazione di fallimento ai fini dell’applicazione delle disposizioni dei capi I, II e IV del titolo VI della legge fallimentare (R.D. 16 marzo 1942, n. 267 esuccessive modificazioni ed integrazioni) solo nell’ipotesi in cui intervenga una conversione dell’amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell’ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell’ammissione alla procedura».

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