ALITALIA: I PILOTI RETTIFICANO, ”NESSUN RISCHIO PER LA SICUREZZA”

La linea è sempre quella tenuta dal governo in tutti questi giorni. L’unica strada possibile di salvezza per Alitalia è quella costituita dal consorzio Cai.

E alle richieste del Pd (ultima in ordine di tempo quella che dalle colonne della «Stampa» lancia l’ex segretario dei Ds Piero Fassino per il quale il governo dovrebbe convocare Cai e sindacati per «un ultimo negoziato a oltranza» ed è sconcertante che invece da Palazzo Chigi non si faccia altro che spiegare che la Cai non c’è più, quasi fossero i portavoce della cordata») il sottosegretario alla presidenza del Cosiglio Paolo Bonaiuti, nel corso di Rainews 24, replica «Berlusconi ha già svolto il suo ruolo, che era quello di mettere insieme le parti, i sindacati e gli imprenditori, nella loro indipendenza».

MATTEOLI – Del resto che i margini di pressione del governo siano sempre più ristretti lo enfatizza anche il ministro dei Trasporti Altero Matteoli che definisce "impraticabile" l’ipotesi avanzata ieri da piloti, assistenti di volo e di terra, di mettere a disposizione il Tfr e parte delle retribuzioni per tentare di risollevare Alitalia con circa 340 milioni di euro. «L’idea dei piloti è basata su cifre insufficienti per il rilancio di Alitalia – dice Matteoli – e il percorso del Tfr è impraticabile. Ormai siamo alla disperazione. L’unica speranza – spiega Matteoli durante un dibattito televisivo nel corso della trasmissione Omnibus su La7 – è che i sindacati decidano di firmare in modo che il governo possa parlare con Cai e la convinca a ripresentare l’offerta. Mi fa piacere vedere Berti (il presidente dell’Anpac, una delle organizzazioni dei piloti) e altre sigle che si mettono a disposizione per difendere in qualche modo la compagnia – dichiara Matteoli – ma quelle stesse sigle non riescono a concepire che senza la loro firma Alitalia fallisce. E io non riesco a darmi pace della cocciutaggine di alcune sigle. Allo stato c’è solo Cai – conclude il ministro – ma se esce un’altra cordata siamo disponibili a valutarla. Il commissario Fantozzi in questi giorni ha cercato contatti con tutti, ma allo stato c’è solo Cai».

I PILOTI – Sul fronte dei piloti c’è da segnalare il dietrofront rispetto alle dichiarazioni di lunedì secondo le quali lo stress generato dalla vicenda sui comandanti avrebbe potuto portare a un «rischio incidenti». «Mai detto che i piloti di Alitalia sono stressati e che i passeggeri devono per questo temere, come riportato da molte testate giornalistiche» ha scritto in una nota il presidente dell’Anpac, Fabio Berti. «Il riferimento ai pericoli legati alla sicurezza – precisa – era legato esclusivamente a ipotetici futuri contratti che non tengano sufficientemente in considerazione i livelli di fatica e stress degli equipaggi, e non al contratto attualmente in vigore».

ENAC – «Stanotte il comandante Berti mi ha mandato un messaggio nel quale esclude che la sua dichiarazione riguardi la situazione in atto, credo che si riferisse a un eventuale rinnovo contrattuale effettuato sotto stress. Del resto a quanto ci risulta le operazioni di volo si stanno svolgendo in condizioni di assoluta sicurezza. Per essere ancora più certo già da questa mattina due ispettori dell’Enac controlleranno la situazione dei piloti, ma si tratta di professionisti già certificati dall’Ente» gli ha fatto eco presidente dell’Enac, Vito Riggio, ai microfoni di «Panorama del Giorno», su Canale 5. Lo stesso Riggio lunedì aveva specificato che Alitalia ha tempo sino a giovedì per presentare un piano di rilancio credibile, altrimenti rischia la sospensione della licenza di volo. Anche il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi aveva spiegato che, in mancanza di novità, avrebbe sospeso il volo degli aerei entro il prossimo 30 settembre.

Solo un «piano di emergenza per ridurre le spese» potrebbe evitare la sospensione della licenza di volo ad Alitalia ha ribaditoRiggio. «Il 2 settembre, con il commissario Fantozzi – ha spiegato Riggio – avevamo concordato, in presenza di un’offerta che appariva realistica e concreta, di dare una licenza provvisoria fino a marzo per consentire lo sviluppo di questo piano. Nel momento in cui l’unico piano esistente cade, è chiaro che viene meno anche il presupposto. A meno che il commissario, nell’ambito dei suoi poteri, non presenti un piano di emergenza per ridurre le spese». Riggio ha aggiunto che «c’è un regolamento europeo, che prevale sulla legge nazionale, e prevede che le compagnie aeree debbano avere una capacità di fare fronte ai propri impegni per almeno 12 mesi. In caso di gara, come è quella dell’Alitalia, si può rilasciare una licenza provvisoria per favorire una ristrutturazione». Quindi, a proposito di una possibile sospensione a breve della licenza, «era noto che i tempi erano questi – sottolinea Riggio – avevo già detto la settimana scorsa che il ritiro dell’offerta ci metteva nelle condizioni di chiedere un piano alternativo».


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