Nel 1992 Abel Ferrara si impose all’attenzione della critica internazionale con “Il cattivo tenente”, storia di un poliziotto perennemente in bilico tra la perdizione e l’ansia di riscatto, interpretato da un un indimenticabile Harvey Keitel. Diciassette anni dopo sbarca al Festival di Venezia 2009, un remake decisamente imprevedibile: “Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans” diretto dal tedesco Werner Herzog, autore di capolavori come “Aguirre furore di Dio” o “Fitzcarraldo”.
A vestire i panni del cattivo tenente è stavolta Nicolas Cage, attore già abituato a confrontarsi con ruoli estremi – come “Cuore selvaggio” di David Lynch o “Al di là della vita” di Martin Scorsese -, affiancato dalla sexy Eva Mendes.
Anche questo tenente, così come nella pellicola di Abel Ferrara, è un poliziotto tutt’altro che irreprensibile. A causa di una brutta caduta in servizio, che gli ha causato un trauma permanente alla schiena, Terence McDonagh – Nicolas Cage – è divenuto tossicodipendente ed accumula debiti a causa della sua passione per le scommesse sportive. In più la sua relazione con la prostituta Frankie (Eva Mendes) lo porta a mettere continuamente a rischio la sua carriera, fino a quando il fortunato esito di una indagine a lui affidata sembra aver rimesso in carreggiata la sua vita…
A differenza del suo predecessore, questo “Cattivo Tenente” manca totalmente dell’ossessione cattolica colpa/perdono, sottofondo costante del film del 1992, per dare spazio al crescendo delirante di Cage schiavo di droghe e allucinazioni. Se è vero che come Harvey Keitel arresta gli spacciatori solo per impossessarsi della loro mercanzia, riesce però ad avere atteggiamenti teneri e protettivi verso Frankie e il padre, un poliziotto in pensione dipendente dall’alcol. Lo sfondo non è più la New York pre Rudolph Giuliani, ma una disastrata New Orleans dove il fascino del jazz è stato spazzato via dall’uragano Katrina e sostituito da scenari di grande degrado.
Il risultato è un film sicuramente riuscito in cui i suoi temi ricorrenti (il taglio documentaristico, la natura selvaggia e ostile e i personaggi fuori dagli schemi) emergono solo a tratti. Il cast intero è promosso a pieni voti, con il solo Val Kilmer sotto utilizzato e comunque oscurato da un Nicolas Cage in forma smagliante.