Arctic Sea/ Arrestati otto sequestratori del mercantile russo ritrovato vicino Capo Verde

Sono stati arrestati gli otto pirati che hanno sequestrato la nave da carico Arctic Sea, di bandiera maltese, data per dispersa dal 28 luglio scorso con il suo equipaggio nell’Atlantico e trovata lunedì al largo di Capo Verde. Secondo il ministro della Difesa di Mosca, Anatoly Serdyukov, i  sequestratori sono due cittadini russi, due lettoni e quattro estoni. L’equipaggio della Arctic Sea è costituito da 15 russi.

Le tasppe del mistero della Artic Sea

Il cargo, battente bandiera maltese, era finalmente stato localizzato lunedì nelle acque dell’arcipelago africano di Capo Verde, in pieno Oceano Atlantico; era salpato il 23 luglio dalla Finlandia per l’Algeria. I quindici marinai, una volta soccorsi, sono stati presi in consegna da un cacciatorpediniere russo.

Secondo le notizie date da Serdiukov, l’abbordaggio è avvenuto il 24 luglio alle 23.00 di Mosca (le 21.00 in Italia) nelle acque territoriali svedesi. Il gommone si è accostato al cargo con il pretesto di avere un motore in avaria. Gli otto a bordo (quattro cittadini estoni, due cittadini lettoni e due cittadini russi) hanno chiesto il permesso di salire a bordo, che è stato loro concesso.

Subito sono comparse le armi. I pirati hanno immediatamente staccato tutti i vari congegni elettronici di navigazione, inclusi radar e gps, che avrebbero consentito in qualche modo di localizzare la nave.

Non si conoscono per ora altri particolari sui contatti tra i pirati e l’armatore né sulle modalità di pagamento del riscatto.

Il segreto che ha circondato le mosse della marina da guerra russa, intervenuta subito in forze, ha evitato che i pirati si mettessero in allarme. Infatti, appena passati dalla Arctic Sea al loro gommone, sono stati catturati dai russi. Secondo il ministro Serdiukov la cattura è avvenuta senza che fosse sparato un colpo.

Molti lati oscuri rimangono nella vicenda: sul quotidiano “La Stampa”, la corrispondente russa Anna Zafesova fa notare lo straordinario e finora inedito dispiegamento di forze per rintracciare il cargo e liberare i marinai. E la coincidenza che il mercantile trasportasse legname per un milione di euro lascia interdetti circa l’effettivo carico trasportato: Mikhail Voitenko editor del bollettino marittimo Sovfrakht, ha parlato di un «carico segreto di cui non sappiamo nulla». Droga, o più verosimilmente armi, magari ordigni o componenti nucleari. Non dimentichiamo che “Arctic Sea” ha fatto tappa a Kalinigrad, enclave russa sul Baltico dove può aver caricato ogni sorta di materiale illegale o scottante, aggirando i controlli dei finlandesi.

C’è poi la questione dell’eccesso di segretezza che circonda movimenti e comunicazioni dell’equipaggio, accolto non esattamente con calore. I familiari dei 15 marinai russi, tutti di Arkanghelsk (Russia settentrionale), non sono ancora entrati in contatto con i loro cari e i loro telefoni sono bloccati, secondo quanto riferito dall’agenzia Itar-Tass: per il sindacato locale dei marinai, si tratterebbe di una misura dei servizi segreti per impedire l’eventuale fuga di notizie.

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