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Autonomia, basta la parola. Lega contro lo scandalo del pane al pane

Dire pane al pane, dire vino al vino, chiamare le cose con il loro nome…Sembra ovvio, facile, perfino doveroso. E invece è un’attività poco praticata perché molto poco apprezzata. Un esempio, per così dire di scuola: autonomia vuol dire che, significa che…Basta la parola: autonomia è che chi si rende e si vuole autonomo da qualcun altro fa da sé e fa per sé. E chi si vuole autonomo da qualcun altro, autonomo si vuole perché convinto e sicuro di andare a guadagnarci con la raggiunta autonomia. Altrimenti, senza questa convinzione e questo obiettivo, andare a guadagnarci, nn ci sarebbe alcuna “spinta all’autonomia”.

Da decenni in particolare forze politiche e pubbliche opinioni del Nord Italia (ma non solo) aspirano, sognano, reclamano autonomie reginali nella certezza e nell’ebbrezza dell’andare a guadagnarci. Guadagnarci rispetto a prima, guadagnarci rendendosi, amministrandosi, spendendo autonomi dagli altri. Nella fattispecie dalle altre Regioni italiane per quel che riguarda la cassa e la spesa pubblica. E rendendosi autonomi dallo Stato centrale in quasi tutto il territorio della legislazione e gestione della cosa pubblica, fino ad avere perfino una legislazione e gestione autonome a livello regionale della politica energetica o ambientale. Autonomia, basta la parola a spiegare cosa è: fare da soli, sganciarsi dagli altri per andare a guadagnarci rispetto allo stare, per così dire agganciati. Sganciarsi, cioè guadagnarci perché a stare agganciati ci si rimette.

E’ questo il motore ideale dell’autonomia, è questa l’anima originaria e primigenia del movimento e poi partito politico denominato Lega. Autonomia, basta la parola. Cioè far da sé, per sé e sciogliersi il più possibile perché…sciolti è meglio. Ciascun per sé e autonomia per tutti. Ma guai a dirlo quel che significa, quel che è autonomia. Si fa scandalo e si ottiene dalla Lega, ministro Calderoli e governatore veneto Zaia, la qualifica di “reliquie  del passato” ( forse i due esponenti leghisti volevano più precisamente dire ruderi, ruderi e non reliquie, perché reliquie ha accezione positiva e sacrale, ma l’italiano è una lingua che ama essere coltivata nella sua ricchezza).

I funzionari non votano!

Hanno gridato i leghisti sacerdoti e profeti dell’autonomia regionale che più autonomi non si può, hanno gridato: “I funzionari non votano!”. I funzionari, cioè gli uffici tecnici del Parlamento che hanno (è il loro mestiere) messo su carta la previsione completa e concreta di cosa sarà ad autonomia regionale pienamente realizzata. Saranno una ventina di Repubbliche, alcune più floride e ricche, altre meno, altre molto meno. Il più e il meno rispetto ad oggi. Altrimenti, così non fosse, perché mai alcuni, Lega Nord in testa, vorrebbero l’autonomia come liberazione e sol dell’avvenire fiscale insieme?

Calderoli, Zaia, la Lega gridano indignati: “I funzionari non votano”. Il che è come gridare indignati: “I vocabolari non parlano!”. I funzionari non votano ma verificano e calcolano quel che è così come i vocabolari non parlano certo ma di certo contengono ed espongono il vero significato delle parole. Autonomia è decisioni e centri di spesa e legislazione, si è parlato perfino di istruzione e scuola, Regione per Regione. Nell’ebbrezza, convinta e golosa, di tagliare togliere tasse alla “propria” gente. Ma, se esiste gente “propria” è per definizione perché esiste gente “altra”. Se la “propria” gente per via di autonomia ci guadagna, la gente “altra” è assai improbabile, nn si vede come possa guadagnarci anch’essa. Più probabile che ci rimetta o che, nel migliore dei casi, resti dov’era mentre quelli che si sono sganciati si allontanano di quel tanto che ci hanno guadagnato ad essere autonomi. Elementare, ovvio, consequenziale. Ma la parola autonomia è decenni che è stata truccata per mandarla in giro.

Il danno targato Sinistra

Un danno, grave e pesante, irrimediabile o ormai strutturale handicap culturale e socio economico alla comunità italiana è stato inflitto anni fa dalla sinistra al governo con la modifica dell’art. Quinto della Costituzione. La sinistra politica che si sentiva astuta e in missione governativa per conto della “gente” (tanto astuta da pensare di sottrarre alla Lega la ragion d’essere) ha creato con quella riforma una ventina di mini Stati tutti all’insegna del vorrei ma non posso e del potrei ma non voglio. Le Regioni dopo quella riforma furbetta della sinistra hanno replicato, anzi moltiplicato le inefficienze e irresponsabilità della Pubblica Amministrazione, hanno moltiplicato centri e ragioni di spesa pubblica.

Hanno sì avvicinato governi, politica e poteri locali alla gente, li hanno avvicinati nel peggio, hanno avvicinato il peggio che “territori sociali” e locali istituzioni possano produrre. Ma l’opera incosciente della sinistra non è stata compiuta fino in fondo, forse proprio perché incosciente, inconsapevole e voluta e realizzata in quella sorta di sonnambulismo politico e culturale in cui la sinistra vive (Schlein nel fenomeno interpreta al meglio il ruolo di Morfeo). Ora il governo della Destra dovrebbe completare l’opera, portare a destinazione compiuta il cammino radioso e liberatorio verso il peggio. E la gente, l’opinione pubblica, l’elettorato, la comunicazione, la stampa. E’ stato detto che autonomia vuol dire che ci vano a guadagnare tutti, che sarà più o meno la moltiplicazione dei pani e dei pesci…Quando le dici così alla gente, alla pubblica opinione, alla comunicazione…quelle seguono. E non si interrompe un sogno. Tanto meno con la realtà, non si fa.

 

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