Una politica miope sulla famiglia ha provocato grandi conseguenze sociali. È questo il parere del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei.
Secondo l’arcivescovo di Genova «aver sottovalutato l’impatto della famiglia sul piano sociale ed economico riconducendola ad una questione privata, quando non addirittura ad un retaggio culturale del passato è stata una miopia di cui oggi pagano le conseguenze soprattutto generazioni piu’ giovani, sempre meno numerose ed importanti».
«La saldatura tra etica sociale ed etica della vita – ha aggiunto Bagnasco – è un imperativo categorico anche in altri ambiti sensibili e porta a convincersi ad esempio che l’eugenetica è molto più preoccupante della perdita della biodiversità nell’ecosistema o che l’aborto e l’eutanasia corrodono il senso della legge ed impediscono all’origine l’accoglienza dei più deboli, rappresentando una ferita alla comunità umana delle enormi conseguenze di degrado».
Bagnasco ha poi insistito sulle colpe della politica: «Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro così come recenti episodi di abbrutimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori confermano che l’etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone».
Bagnasco ha poi citato un passaggio del documento di Ratzinger secondo cui «lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle coscienze l’appello del bene comune».