PESCARA – Il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso ha definito la nuova legge sulla diffamazione in discussione alla Camera dei Deputati “un cavallo di Troia”, come ha riferito l’agenzia di stampa Ansa. La legge, ha detto il capo del sindacato unitario dei giornalisti,
“sarebbe una buona notizia se il testo complessivo non fosse diventato una sorta di cavallo di Troia”.
Secondo Raffaele Lorusso, esiste “un modo assolutamente sbagliato per affrontare delle questioni serie”:è “così difficile tenere conto di quello che dice l’Unione Europea?”.
Le contraddizioni della nuova legge:
“Da una parte si dice ‘stiamo cancellando il carcere’, poi si scopre che non viene affrontato il problema delle querele temerarie, quando la Corte Europea dei diritti dell’uomo impone che chi avvia un’azione temeraria ne deve pagare le conseguenze, vedendosi applicare una sanzione che deve essere proporzionale al risarcimento danni richiesto. Poi c’è il tentativo, anche questo ciclico, di dire ‘approfittiamo della legge sulla diffamazione e regoliamo una volta per tutte i conti sulle intercettazioni’: qualcuno mi deve far capire l’equazione tra le due questioni. Ritengo che questo sia un modo assolutamente sbagliato di affrontare quelle che sono delle questioni serie sulle quali dobbiamo interrogare anche noi stessi: un conto sarebbe una riflessione sulla pubblicazione delle intercettazioni da parte nostra, un conto è dire per legge ‘adesso ti tagliamo le gambe’”.
Altre cose, che sono rimaste ai margini della presa di posizione di Raffaele Lorusso, devono preoccupare quanti hanno a cuore la libertà di informazione. L’elenco è lungo ma una delle principali minacce che grava su giornali e giornalisti di tutte le dimensioni è la mancanza di certezza sulla competenza territoriale giudiziaria quando sul banco degli imputati devono salire i giornalisti dei giornali on line. Mentre per la carta stampata continuano a valere le vecchie norme sul luogo di stampa, nel caso dell’on line viene indicata la residenza del querelante con grave violazione della Costituzione.
“Se l’Unione Europea c’è, c’è sempre sia quando c’è lo spread, sia quando c’è la libertà di informazione: l’invito che mi sento di fare qui ai rappresentanti politici presenti, preannunciandovi anche che se non ci saranno passi avanti nella direzione da noi auspicata andremo anche con manifestazioni pubbliche, di riflettere bene sulla proposta di legge in itinere. Se quella proposta diventasse una legge dello Stato altro che 73/o posto, scenderemo oltre il 100/o posto nella classifica mondiale della libertà di stampa e questo non è sicuramente il fiore all’occhiello che può appuntarsi un paese civile quale l’Italia si ritiene”.