Beppe Grillo al Circo Massimo, invoca colpo di Stato militare: “Via i cialtroni”

Beppe Grillo al Circo Massimo, invoca colpo di Stato Militare: "Via i cialtroni"
Beppe Grillo al Circo Massimo a Roma: ombre di colpo di Stato militare

ROMA – Beppe Grillo, dalla gru di Roma, incombente sul Circo Massimo, ha attaccato Matteo Renzi e ha invocato l’intervento dell’esercito, che deve

“stare con gli italiani e dare una mano per un bene comune e mandare via questi cialtroni. Faccio un appello, vado lunedì al casello di Genova e voglio che l’Esercito italiano arrivi prima di Renzi”.

Il caldo sole autunnale, l’esaltante circostanza di parlare davanti alle rovine del palazzo imperiale di Settimio Severo e alla casa di Augusto imperatore, il ricordo che in quel rettangolo duemila anni fa ci correvano le bighe devono avere prodotto un miscuglio esplosivo.

Sono parole che in altri tempi avrebbe provocato sì l’arrivo delle Forze armate, ma sotto l’aspetto del capello a lucerna dei carabinieri, che tanto terrorizzava Pinocchio e Lucignolo.

Invece nulla, Un tentativo di interpretazione della foga poetica eversiva di Beppe Grillo, da parte di Teodoro Fulgione dell’Ansa, è che si tratterebbe di

“un riferimento a Genova, agli autori della ricostruzione, amministratori e imprenditori, dopo l’alluvione di tre anni fa”-

Ha detto anche Beppe Grillo:

“Questa gente va fermata con l’Esercito”.

Poi ha mirato su Matteo Renzi:

“Per istinto quando l’ho incontrato mi sono detto ‘questo deve andare subito affanculo’, ma non glielo ho detto perché sono una persona educata”. “Abbiamo coperto il culo peloso delle istituzioni, questi del Pd per 20 anni hanno fatto finta opposizione ma li abbiamo scoperti”.

Beppe Grillo ha anche annunciato l’uscita dei 5 stelle dal Parlamento e un referendum per abbandonare l’Euro, e poi lotta serrata, “con ogni mezzo possibile”, al Jobs Act che

“creerà milioni di nuovi schiavi”.

Chi si attendeva al Circo Massimo un convegno politico “è deluso”, rileva  Teodoro Fulgione :

“Nessun dibattito, nessun documento programmatico, nessuna mozione da votare. Difficilmente, ci si poteva attendere qualcosa di diverso: il M5S è e resta Beppe Grillo. “Italia5Stelle” è la dimostrazione. Lo si capisce vedendo la folla che si raduna alla base del palco quando a prendere la parola è Beppe Grillo: migliaia di persone che urlano e partecipano.

Sono le stesse persone che si dileguano tra gli stand, nel momento in cui a parlare sono senatori, deputati e amministratori del Movimento 5 stelle con la sola eccezione di una applauditissima Paola Taverna.

La linea è netta: no al Jobs Act che è “una presa per il culo”; un attacco alla Germania della Merkel “che non può dare lezioni a nessuno”. Il resto è colore: l’attacco, sempre più violento, ai giornalisti; il cibo km0, il menu vegano, i gazebo, le strette di mano tra cittadini e politici.

D’altronde, lo stesso Beppe Grillo spiega che “il Dna del Movimento Cinque Stelle non è essere istituzione”:

“Dobbiamo fare meno mozioni in Parlamento e andare più tra la gente, perché in Parlamento ci sono solo nominati come Renzi”.

E la sera Beooe Grillo conferma:

“Usciremo dal palazzo per andare in piazza. Tutti i parlamentari lo hanno votato”.

 

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