Berlusconi a Latina: bersaglio Fini e i 'fasciocomunisti'

LATINA 13 MAG Silvio Berlusconi chiude – LATINA, 13 MAG – Silvio Berlusconi chiude il tour de force elettorale a Latina, e dalla roccaforte dell'ex Msi e poi di An, attacca Gianfranco Fini ('reo' di aver siglato un patto con i magistrati per bloccare la riforma della giustizia) e quelli che lui stesso evoca come ''i fasciocomunisti''. ''Attenzione – esordisce davanti alla platea del teatro D'Annunzio con a fianco il candidato sindaco del Pdl, Giovanni Di Giorgi – perche' qui a Latina cercano quello che stanno tentando di trovare la prossima volta a livello nazionale: un'ammucchiata dall'estrema sinistra fino a Fini'' per battere Berlusconi ''e noi da qui – arringa il Cavaliere – dobbiamo dargli la prima lezione: non ce la faranno mai!''. Il riferimento del premier e' al progetto 'fasciocomunista' lanciato nel capoluogo pontino da Antonio Pennacchi, lo scrittore Premio Strega per 'Canale Mussolini', che assieme a Fli ha lanciato una terza lista pronta a convergere con il centrosinistra in caso di ballottaggio. Il Cavaliere punta ovviamente a soffocare il progetto nella culla e parla di ''personaggi a Latina pittoreschi, piu' simili ad un armata Brancaleone che a una amministrazione comunale''. Per il resto, mentre fuori dal teatro le opposte fazioni di contestatori e fedelissimi del Cavaliere si fronteggiano a suon di cori e insulti separate da un cordone di polizia (Berlusconi evita l'ingresso principale per infilarne uno laterale, defilato e meno 'popolato'), il premier recita il canovaccio abituale, attaccando la sinistra e i suoi media: ''finche' ci sono Anno Zero e Ballaro' – e' pero' la novita' della serata – non pago piu' il canone''. Quindi di nuovo l'affondo contro Fini: ''c'era un accordo preciso – si dice sicuro il presidente del Consiglio – tra Fini e l'Associazione Nazionale Magistrati affinche' non si facesse la riforma della giustizia''. Per questo, dopo l'uscita dei finiani dal governo, ora la maggioranza e' ''piu' coesa'' e fara' tutte le riforme che ha in cantiere, dalla giustizia, al fisco, alle intercettazioni. Il tempo per invitare a ''non fare tragedie'' per gli immigrati che l'Italia deve accogliere, memore della sua storia, con ''dignita' e generosita''' (probabilmente un'esortazione alla lega) e poi per il Cavaliere ci sono le promesse 'locali', a fianco di un candidato sindaco, Di Giorgi, che ha l'unico difetto (per il premier) di essere calvo: alla fine, sulle note di 'Meno male che Silvio c'e'', Berlusconi sfodera il pettine e tra risate ed applausi, si mette a spazzolare i capelli del ''futuro sindaco'' che pero' non ci sono.

Gestione cookie