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Berlusconi, Fini, la Chiesa e la destra nazionale. Temporali estivi che hanno lasciato il segno

di admin |13 Ottobre 2010 18:44

Al termine di questa calda estate nulla sarà come prima, almeno per quando riguarda la politica italiana.

I temporali lasceranno tracce durevoli. Non possiamo escludere, anzi riteniamo assai probabile, che Berlusconi troverà il modo migliore per risarcire il Vaticano offeso per l’aggressione mediatica ai vescovi e al loro giornale. Allo stesso modo non mancheranno le occasioni nelle quali Berlusconi e Fini saranno costretti a mostrarsi insieme e possibilmente sorridenti. Forse ci sarà pure una vigorosa stretta di mano con il presidente Napolitano e, chi lo sa, magari, nel nome del patrimonio da dividere, Berlusconi troverà l’opportuna intesa legale con la signora Veronica e con i figli, ma nonostante tutto nulla sarà più come prima.

Berlusconi, il Papa e Gianni Letta

La rottura con la Chiesa non è facilmente rimarginabile, non è avvenuta sul caso Boffo, ma sugli stili di vita, sul rapporto tra etica pubblica e comportamenti privati. Una Chiesa che si fonda comunque sul principio universalista del rispetto della persona, anche in forme assai distanti dalla nostra sensibilità, non potrà mai accettare la logica delle piccole patrie che sta alla base della intesa politica tra Berlusconi e Bossi.

Quando i vescovi ribadiscono la definizione del reato di clandestinità come “peccato originale” usano una espressione di inaudita durezza, una di quelle che non possono essere risarcite facilmente,anche perché non si tratta di un risarcimento in denaro.

Allo stesso modo la frattura con Fini non ha nulla di improvvisato e di imprevedibile.

Vittorio Feltri ha scritto quello che i colonnelli di Berlusconi ogni giorno dicono di lui nei corridoi della Camera dei deputati e magari anche nei bar della zona circostante.

Fini è ritenuto una persona bizzarra e strana per le sue posizioni sulla Costituzione, sulla legalità repubblicana, sulla immigrazione. In realtà Fini dice le stesse cose che altrove dicono gli esponenti della destra europea più pacati e moderni, dai conservatori inglesi agli eredi del gollismo in Francia.

Solo nell’Italia Berlusconiana e malata si può arrivare a considerare Fini un “compagno”che avrebbe tradito la causa.

Quanto è accaduto a Fini, in queste ultime ore, gli era già capitato almeno in altre due occasione, sempre nel momento di forti dissensi politici con il capo supremo.

La prima volta che dovette subire un energico “massaggio mediatico” fu quando decise di presentarsi con il simbolo dell’Elefantino alla elezioni europee.

Berlusconi non gradì l’operazione “grande destra” e decretò l’espulsione mediatica di Fini, le sue presenze in tv furono quasi azzerate e quell’esperimento, anche per questa ragione fu subito sepolto.

La seconda volta che a Fini fu riservato il manganello mediatico fu nel pieno dello scontro per il futuro partito unico che Berlusconi voleva imporre a colpi di spot e di proclami dal predellino.

Per pura casualità i giornali di famiglia dedicarono un particolare interesse, con tanto di foto e commenti salaci, alle vicende private dell’allora segretario di Alleanza Nazionale.

Come è noto Berlusconi aveva, almeno allora, un grande fastidio per qualsiasi vicenda che potesse turbare i rapporti con la Santa Sede e amava presentarsi come il papà della famiglia italiana….

Sempre casualmente è ora arrivata la terza mazzata sulla testa del presidente della Camera e sempre dalle corazzate di famiglia. Le giustificazioni postume dell’editore presidente del Consiglio debbono essere suonate davvero sinistre e inquietanti alle orecchie di Fini.

Per tante ragioni la rottura tra la Chiesa e Berlusconi e tra Berlusconi e Fini non si consumerà nel giro di pochi giorni. Per ora il governo non cadrà, ma le ricomposizioni saranno di facciata, superficiali, finte, sarà come mettere un cerotto sopra una gamba ingessata.

Se potessimo permetterci di dare un consiglio al presidente Fini e a ai suoi collaboratori li inviteremmo a dare qualche segnale di insofferenza per il conflitto di interesse del presidente del Consiglio e per la sua volontà di dominio sulle principali piazze mediatiche.

Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che il manganello mediatico si è già abbattuto e tornerà ad abbattersi sulla testa di chiunque osi dissentire dal pensiero unico berlusconiano, a prescindere dalla collocazione politica del dissidente.

Sino a qualche tempo fa le liste di proscrizione e di espulsione mediatica riguardavano ” i rossi i catto comunisti e i liberali deviati e devianti”, adesso nell’elenco sono finiti anche i Murdoch, i preti, i vescovi, e persino il presidente della Camera e la destra nazionale…

Sarà il caso di costruire un argine prima che la piena impazzita travolga tutto e tutti.

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