Il Berlusconi furioso che minaccia tutto e tutti è solo un uomo disperato giunto alla fine di una lunga e per lui luminosa carriera? Chi lo ha visto in televisione mentre, senza per altro essere contraddetto,vomitava insulti contro tutta la stampa, ha avuto la sensazione di trovarsi di fronte a un uomo che si sente braccato e che reagisce tentando di intimidere l’universo mondo.Vedendolo e sentendolo così livido e gonfio ci sono tornate in mente le parole ormai dimenticate della signora Veronica quando, con grande dolore, aveva puntato il dito contro queli amici che continuavano a eccitare suo marito che, invece, avrebbe avuto bisogno di cure.
Non vi è dubbio che questi aspetti facciano parte di diritto della torbida fase che sta vivendo la Repubblica, una fase che durerà ancora a lungo e il cui finale sarebbe davvero azzardato provare ad anticipare.
Eppure staremo attenti, anzi molto attenti, a prestare la massima attenzione a quelli che possono apparire deliri di un uomo ferito e, invece, probabilmente sono anche il frutto di un lucido disegno che tende a spostare altrove l’attenzione collettiva.
Mentre infuria il dibattito sulle sue vicende private, Berlusconi sta procedendo a blindare le sue casse (vedi vicenda Sky) e mettere sotto controllo tutte le piazze mediatiche. Nelle prossime ore si concentrerà sulla Rete Tre,vero oggetto del desiderio.
Le urla e le minacce di queste ore hanno la funzione di una sorta di bombardamento preventivo, quello che deve indebolire il nemico, seminare il caos, preparare il terreno al colpo finale.
Il possibile colpo finale sarà rappresentato, per usare le parole del presidente Fini,da una vera e propria campagna di killeraggio politico contro gli organismi costituzionali ed istituzionali.
A rivelare questo piano e a renderlo ancora più esplicito è stato il senatore Gasparri, sempre più distante da Fini e sempre più vicino alla casa reale, il quale ha sostanzialmente anticipato che se e quando la Corte costituzionale dovese mai decidere di colpire anche solo in parte il lodo Alfano, quello che ha concesso l’immunità stellare a Berlusconi, si troverà pur sempre “..un Ghedini no un ghedone che inventerà il cavillo necessario…più chiaro di così…
In altre parole la vera ossessione del presidente è rappresentata dalla prossima decisione della Corte e dalla possibilità di dover comparire in tribunale a rispondere alle domande dei giudici sul caso Mills. Chi meglio di Berlusconi può sapere quanto più insidiosi potrebbero rivelarsi quei quesiti anche rispetto alle dieci domande che Repubblica continua a rivolgergli invano?
Il bombardamento preventivo predisposto dal presidente e dal suo servizio d’ordine, politico e mediatico, si propone di minacciare la Corte, di indurla a prendere tempo, di condizionare le scelte e comunque, quando la decisione ci sarà, dovrà essere bollata come una sentenza emessa da toghe rosse che vogliono mettere in galera un uomo buono e giusto.
Sembra di assistere davvero al finale del film il Caimano di Nanni Moretti, quando il condannato, fingendosi martire, chiama il popolo alla rivolta contro i giudici e contro la Costituzione.
Per queste ragioni sarebbe rischioso, ma tanto rischioso, catalogare gli sfoghi berlusconiani solo e soltanto nel consueto catalogo delle spacconate, delle fanfaronate, delle minacce mediatiche destinate a sgonfiarsi subito dopo lo spegnimento delle luci della ribalta.
Berlusconi si sta preparando allo scontro finale e lo farà ricorrendo a tutti i mezzi possibili, pronto a travolgere anche i garanti della Costituzione. Se dovesse servire non mancherà l’attacco diretto ed esplicito al ruolo e alla funzione del Presidente della Repubblica.
In quel momento sarà bene che quanti hanno davvero a cuore la Costituzione repubblicana, comunque schierati e comunque collocati nel parlamento e nelle istituzioni, siano pronti a fare fronte comune per liberare l’Italia da quello che potrebbe diventare un vero e proprio incubo.
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