Berlusconi, primo anno di governo, compleanno e bilancio: “Non è un angelo, però scopa da Dio”

Pubblicato il 31 Luglio 2009 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA

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Un anno di governo Berlusconi, il bilancio lo ha steso lo stesso premier, parole sue: «Non è un angelo, però scopa da Dio». Il presidente del Consiglio raccontava l’ultima sulla D’Addario, quella frase era la parte finale di una barzelletta narrata in allegria. Senza accorgersene Berlusconi ha così anche sintetizzato alla perfezione la cifra del lavoro svolto nei primi dodici mesi dall’esecutivo. Appunto, niente “angeli”, però…

Però “scopa da Dio” il governo sull’unico “letto” che interessa e coinvolge la pubblica opinione: l’economia. Di fronte alla grande crisi niente angeli e niente miracoli. La strategia è stata quella di fare il meno possibile. Un po’ perchè c’era poco da fare, un po’ per paura di sbagliare e molto per lucido calcolo. Almeno due volte a settimana Tremonti ripete che in Italia la crisi fa meno male che altrove. In fondo ha ragione: l’Italia ha, diversamente dagli altri paesi, un cuscinone anti crisi. Cuscinone fatto dai 270 miliardi annui di reddito che si spalmano nel e sul paese, reddito che viene dalla somma dell’evasione fiscale, economia criminale e spesa pubblica clientelare. Ha ragione Tremonti quando dice che da noi «persiste la pace sociale». Persiste anche perchè poggia sul cuscinone.

Quindi il governo è stato attento a non sgonfiarlo il cuscinone. Gli italiani pagano di Iva il dieci per cento in meno dell’anno scorso, ma hanno ridotto i consumi del due per cento. La differenza è evasione fiscale. La tracciabilità dei pagamenti e delle transazioni in denaro è stata abolita. Lo scudo fiscale è una sanatoria per gli evasori che hanno portato i soldi all’estero. Governo amico degli evasori? Diciamo non nemico di un pilastro su cui poggia la stabilità della società italiana: i cento e passa miliardi di reddito da evasione.

La seconda posta, i cento miliardi circa da economia criminale, non è nella disponibilità del governo. Non dipende da lui e il governo non la favorisce certo. Però, come tutti gli altri governi, non è in grado di ritirarla dal tavolo. La terza posta, gli 80 miliardi di spesa clientelare, non quella per pensioni, sanità, scuola, stipendi… no, proprio la spesa per nutrire clientela di massa, questa invece il governo la cura. Nel suo primo anno la spesa è aumentata mentre calavano Pil, produzione industriale e redddito “bianco” prodotto. La spesa clientelare è dunque un ammortizzatore sociale che Tremonti tiene in funzione.

Su come e dove lavori questo ammortizzatore qualche volta c’è tensione e lite. Il Sud vuole più soldi e qualcosa ha appena ottenuto: quattro miliardi alla Sicilia. Soldi al Sud: una guarda Agrigento, cento milioni per un ospedale di sabbia, e dice: basta soldi al Sud. Poi guardi Malpensa: un miliardo per l’aeroporto più sbagliato d’Europa. E allora dici: non è solo il Sud. Però il Sud con i soldi ci ammazza lo sviluppo economico e civile, i soldi pubblici sono al Sud l’arma del delitto, al Nord sono solo il bottino delle lobby. Ma, senza soldi il Sud non vota e quindi, il realistico e concreto governo Berlusconi qualche soldo al Sud lo invia. Provando a fare in modo che il Sud spenda, ma, per carità, non spenda da solo.

Questa la strategia anti crisi: non sgonfiare il cuscinone. Con contorno di qualche detassazione qua e là e qualche micro sostegno ai poveri tra i poveri. Uno “scopare da Dio”, l’unica per provare a far passare la crisi senza cambiare nulla nel paese e senza toccare l’alleanza di interessi, anche contraddittori, che vota il centro destra.

E i rfiuti tolti da Napoli? Un successo, l’unico. L’altro era l’Alitalia. Ogni passeggero può giudicare. Costo: miliardi di denaro pubblico. E la fantastica ricostruzione dell’Abruzzo terremotato? Appunto, fantastica. Nulla e nessuno può ricostruire in tre mesi, infatti sarà “graduatoria” per 4000 case  in cui far entrare 13mila famiglie. E le regole internazionali per la finanza? Basta andare in una banca nazionale per vedere che anche le “regole” casalinghe non sono cambiate.

Niente “angeli” dunque, nonostante ogni sera il Tg racconti di ministri come “angeli venuti in terra a miracol mostrare”. Nessuna colpa o demerito del governo, angeli scarseggiano sul pianeta e miracoli non ne fa nessuno. Ma molto “scopare da Dio” e cioè corteggiare, eccitare, carezzare, soddisfare l’Italia che c’è, così com’è. Senza sognarsi di migliorarla, cambiarla, raddrizzarla. “Scopare da Dio”, cioè dire all’Italia che è stata bravissima, che è la migliore, che “mai come stavolta con te…”. E poi domandare, con dolce sorriso: “Ti è piaciuto? A me tanto…”. Fateci caso, è proprio così che parla, è proprio quello che  il governo ogni sera al Tg dice di sè e di noi.