Bertinotti: Milano spezza l'egemonia di Berlusconi

ROMA 17 MAG In comune con Silvi – ROMA, 17 MAG – In comune con Silvio Berlusconi ha solo la fede milanista ma, per Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera e storico leader di Rifondazione Comunista il risultato delle elezioni amministrative a Milano ha tutt'altro sapore: ''Il voto segna un punto di rottura – dice in un colloquio con l'ANSA – si e' spezzata quella condizione che faceva del Nord e di Milano la vetrina dell'egemonia berlusconiana''. Ad essersi ''spezzato'' spiega l'ex leader del Prc e', per dirla con le parole di Giuliano Pisapia ''il blocco sociale su cu si era costruita'' l'egemonia del Cavaliere. Bertinotti non ha dubbi nell'indicare in Milano la ''crisi'' di Berlusconi facendo pero' una distinzione dal berlusconismo: ''Ci andrei adagio – spiega – perche' il berlusconismo e' un fenomeno complesso, e' sedimentato e per sconfiggerlo bisogna sradicarlo costruendo un'alternativa di societa' che pero' non e' ancora visibile visto che la sinistra non e'uscita dalla sua crisi''. Il voto nel capoluogo Lombardo segna anche ''la crisi della seconda Repubblica e di quel meccanismo'' costruito nel ''regime di alternanza tra berlusconiani e antiberlusconiani''. Una crisi, dice l'ex leader di Rifondazione che chiama in causa l'asse del Nord costituito dall'alleanza tra il premier e Umberto Bossi: ''Se fosse solo un problema di relazioni politiche – osserva – il declino di Berlusconi sarebbe stato compensato dall'ascesa della Lega, ma cosi' non e' stato perche' a franare e' stato tutto il blocco sociale''. E la radicalizzazione dei toni usati nella campagna elettorale dimostrano a detta dell'ex presidente della Camera come il centrodestra ''non abbia piu' la percezione del rapporto con la societa'. Loro hanno perso – e' il giudizio – perche' Milano li ha salutati. Quando la destra aggredisce Pisapia fa una figura impresentabile e gli si rovescia contro. La gente la percepisce come una volgare aggressione, ma soprattutto non comprende piu' quello che dice''. Giudizio interamente capovolto invece per quello che Bertinotti definisce ''il fenomeno Pisapia'' che ha permesso a a Milano di ''recuperare la sua storia''. Il presidente della Camera ammette ''lo stupore'' nel vedere il risultato raggiunto: ''Me ne parlavano gli amici che lavorano con Giuliano. Ex post posso dire che la previsione conferma il suo radicamento o, come diceva Gramsci, 'la connessione sentimentale tra te e il tuo popolo'. Il risultato nel capoluogo lombardo ''affonda le sue radici nella cultura del territorio. E' la prova – sottolinea ancora – di un federalismo della sinistra''. Il merito che va al candidato lombardo ed ex deputato del Prc e' quello di ''aver compiuto un'operazione politica di prim'ordine. Tant'e' vero – osserva Bertinotti – che la sinistra spesso malconcia, che ci fa cadere le braccia, da' il meglio di se' in campagna elettorale. La stessa cosa che fa il Pd che dopo aver presentato alle primarie un candidato contro Pisapia, perde ma gli fa bene perche' a Milano fa una splendida campagna elettorale''. Insomma le elezioni amministrative mettono in evidenza l'avanzata degli uomini nuovi, prima Nichi Vendola poi lo stesso Pisapia a Milano e Zedda a Cagliari ''candidati originali, autonomi, anomali rispetto al profilo dei partito. Fassino a Torino – osserva ancora – e' oggi l'eccezione, mentre prima il Pci e poi il Pds indicavano il candidato intorno a cui costruire le alleanze''. Ed e' proprio dalla 'lezione' di Pisapia che il centrosinistra, spiega Bertinotti, deve prendere esempio: ''la sinistra deve rompere il modello 'romano-centrico' e rinascere dall'Italia delle centocitta'''. Una 'rinascita', quella della sinistra, che procede pero' a diverse velocita': ''Il Pd ha Milano coglie la lezione delle primarie quindi io dico 'chapeau'- spiega Bertinotti – a Napoli invece ha sbagliato. Prima fa le primarie e poi non ne riconosce il risultato e demolisce lo stesso strumento''. In attesa dei ballottaggi pero' l'ex presidente della Camera si tiene lontano dal dispensare consigli: ''Con Giuliano ci sentiamo per amicizia ma mi guardo bene anche se fossimo in privato a dare dei suggerimenti perche' io penso che la fortuna di Pisapia sta nel fatto di essere Pisapia''. .

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