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Biden prende ordini solo da Dio, ma Dio ha altro da fare e Meloni-Andreotti aspetta se Trump a novembre

Biden prende ordini solo da Dio, ma Dio ha altro da fare e Meloni-Andreotti aspetta se Trump a novembre.

Il mondo è bello perché è vario, ma per lo stesso motivo potrebbe essere brutto da morire. Mentre Macron attende dall’Eliseo gli esiti di una Francia incerta tra fraternitè e humanitè, il medico di Allah Masoud Pezeshkian diventa presidente dell’Iran, ne parlano come di un riformista moderato, vedremo se questo potrà avere refluenze su Gaza, Libano e Yemen.

Starmer nuovo premier Inglese cerca con fatica di togliersi dal groppone il peso di Blair, il Renzi di casa loro.

BIDEN OBBEDISCE SOLO A DIO

Joe Biden parla davanti a un microfono alla Casa Bianca
Biden prende ordini solo da Dio, ma Dio ha altro da fare e Meloni-Andreotti aspetta Trump a novembre – blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Nel frattempo Biden ha dichiarato che si ritira solo se glielo chiede Dio. Oddio un po’ di presunzione, se non di rimbambimento, c’è in questa frase apodittica, visto che già i finanziatori del suo partito, cioè mammona se ne sono già andati.

In America si fanno le elezioni con i dollari, quelli degli altri, e se loro non ne danno tu, anche se pensi di essere inviato dall’Altissimo non puoi correre. Tra l’altro Dio e il denaro, biblicamente, non hanno rapporti, date a Cesare quel che è di Cesare, disse qualcuno uno e trino, per cui Biden può solo arrendersi. C’è molto di senile in questa America, tra il  rimba e il rinc, il Nuovo Mondo sembra essere diventato impressionantemente Vecchio.

E l’Europa? Aspetta Godot le Mokò, il risultato di Parigi, per votare la fiducia ad una stanca ma impettita tedesca di nome Ursula, come la polpetta della Sirenetta. Squadra che non vince non si cambia.

ORBAN E PUKSAS

Se l’America langue, l’Europa arranca. Qualcuno gioca d’azzardo come Orban che vola a Mosca aspettando Trump e raccogliendo Le Pen e Salvini. Ricordiamo che l’Ungheria perse da favorita contro la Germania nel 1954, ed allora aveva un fuoriclasse, un tale Puskás, al cui cospetto l’attuale Premier ungherese può solo lucidare gli scarpini.

Nel frattempo l’andreottiana Meloni fa melina, temporeggia come Quinto Fabio Massimo, che evitava le sconfitte contro Annibale, giocherà così fino a novembre, poi dopo le elezioni americane deciderà.

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