Bin Laden, paura attentati Italia: si teme gesto singolo

ROMA – Massima vigilanza su sedi diplomatiche e interessi commerciali di Stati Uniti e Pakistan, controlli rafforzati negli aeroporti e nelle stazioni, comprese quelle della metropolitana, innalzamento delle misure di sicurezza nelle nostre ambasciate, raccolta di informazioni e attivita' investigativa per verificare che tra le migliaia di immigrati gia' arrivati e che arriveranno in Italia non vi siano elementi collegati al radicalismo islamico: l'uccisione di Osama Bin Laden ha spinto l'Italia, come tutti i paesi occidentali, a rivedere il proprio dispositivo di sicurezza. ''Il rischio di ritorsioni e' reale – dice una qualificata fonte di intelligence – e dunque dovremo stare attenti a non sottovalutare nessun segnale anche se il pericolo maggiore puo' arrivare dal gesto di un singolo''. I nostri apparati di sicurezza hanno appreso la notizia della morte dello sceicco del terrore prima che Obama la annunciasse in diretta al mondo. E immediatamente si e' attivata la rete di contatti con le intelligence alleate. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha convocato il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, che si e' riunito nel pomeriggio ''per valutare – ha spiegato – come accrescere i controlli''. L'indicazione che e' stata inviata a questori e prefetti con un circolare, e' quella di innalzare al massimo la vigilanza su tutti gli obiettivi di Usa e Pakistan – i due paesi direttamente coinvolti nella morte di Bin Laden – nel nostro paese. Il primo rischio, infatti, e' che possano essere questi i 'terminali' di eventuali attentati. Anche gli interessi israeliani saranno particolarmente tutelati, cosi' come chiese, moschee e luoghi di aggregazione. L'altra indicazione arrivata dal C.a.s.a. riguarda le misure di sicurezza negli aeroporti, Roma, Milano e Venezia in testa. Sono state potenziate le pattuglie con le unita' cinofile, disposta la bonifica dei voli cosiddetti 'sensibili', cioe' quelli da e per Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna, aumentati i controlli dei documenti e le ispezioni dei bagagli, sia in partenza che in arrivo. Il pericolo concreto, sottolineano pero' diverse fonti, non sarebbe rappresentato da cellule organizzate o direttamente riconducibili all'internazionale del terrore, bensi' ad elementi singoli che potrebbero mettere in atto un gesto eclatante, praticamente impossibile da prevedere. Esattamente come e' avvenuto in occasione dell'attentato alla caserma Santa Barbara di Milano. ''Ci sono cellule autonome – ha confermato Maroni – cui bisogna aggiungere il terrorismo 'fai da te'''. L'Italia infatti non ha ne' una presenza radicata di estremisti islamici, a differenza della Gran Bretagna, ne' un consistente numero di immigrati islamici, come la Francia o la Germania o gli stessi Stati Uniti. Il nostro paese, pero', da tempo viene utilizzato dagli estremisti per fare proselitismo e, soprattutto, come base logistica. Paese dove trovare documenti falsi ed ospitare i combattenti rientrati o in partenza per l'Afghanistan e l'Iraq. L'esplosione delle rivolte in nord Africa, inoltre, ha aumentato il rischio che da quei paesi, magari nascosti tra le migliaia di immigrati che si stanno riversando in Italia, possano arrivare terroristi o comunque elementi legati alle organizzazioni che fanno riferimento al network di Bin Laden. E' dunque su questi due ambienti – in cui potrebbe maturare il 'gesto singolo' – che si e' subito concentrata l'attivita' investigativa e la raccolta di informazioni. ''Ad oggi – sottolinea la fonte – non risultano dal punto di vista investigativo strutture di Al Qaeda in Italia''. In ogni caso, cio' non significa i rischi vengano sottovalutati. ''Dobbiamo mantenere alta la guardia'' hanno ribadito sia Berlusconi sia Frattini, mentre l'Interpol ha messo in guardia contro un ''rischio terroristico accresciuto''. Un rischio che si va ad aggiungere alle minacce del colonnello Gheddafi.

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