Biotestamento, Fli: "No a regole rigide e sì a 'soft law'"

ROMA – ''Siamo contrari ad una proposta di legge che voglia regolamentare rigidamente scelte, quali quelle del fine vita e del testamento biologico, che riguardano la coscienza civile e l'etica. Un approccio ipernormativo puo' solo rivelarsi falsamente risolutivo del problema e drammaticamente divisivo della societa'''. Lo dichiara in una nota il Dipartimento Sanita' di Futuro e Liberta' per l'Italia (Fli), presieduto da Pierfrancesco Dauri, affermando la necessita' di una 'soft law'. ''In Italia – spiega il Dipartimento – il dibattito sul fine vita e' stato finora troppo marginale nella societa' civile, tropo ideologizzato e strumentalizzato per pensare di poter dare vita ad una normazione della materia che sia rappresentativa dell'intera opinione pubblica''. Ad una legge ad hoc, prosegue la nota, ''e' da preferirsi pertanto una soluzione non normativa o una soft law che, stante il diritto all'autodeterminazione, affidi comunque al rapporto fiduciario tra medico e paziente e tra medico e familiari il ruolo fondamentale di orientamento e supporto verso scelte rispettose della vita e della sua fine, in una esatta equidistanza dall'accanimento terapeutico e dalla eutanasia''. Per il Dipartimento Sanita' di Fli, e' invece necessario introdurre normative che istituiscano all'interno degli ospedali ''equipe multidisciplinari di valutazione etico-sanitaria, autorizzate a pronunciarsi, insieme al medico, e sulla base di protocolli di tipo prognostico-terapeutico, su eventuali decisioni di fine vita''. Si tratta, conclude il Dipartimento, ''sulla base della positiva esperienza maturata negli hospice anglosassoni, di creare equipe di collaborazione etico-scientifica con i medici e di sostegno psicologico per le famiglie''.

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