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Bocchino: “Leali ma non fessi. Stop attacchi a Fini o il nostro voto non sarà più scontato”

di Emiliano Condò |14 Settembre 2009 10:36

Per spirito di partito mai morto, per lealtà personale o anche soltanmto per calcolo politico, i parlamentari provenienti da Alleanza Nazionale fanno quadrato attorno al loro ex leader Gianfranco Fini e chiedono  rispetto per il presidente della Camera e maggiore presenza nei processi decisionali del partito. A parlare, per conto di circa 50 deputati, è il capogruppo vicario del Pdl alla Camera Italo Bocchino, che allude anche a una possibile separazione: «Alleanza Nazionale non è morta. Se dovesse nascere un gruppo che fa riferimento a Fini, ne farebbe parte la quasi totalità di An».

Bocchino,  in un’intervista al Corriere della Sera, ha annunciato una lettera firmata da  50 deputati al premier per chiedere chiarezza sugli attacchi delle ultime settimane a Fini, altrimenti «il nostro voto non sarà più scontato».

Per Bocchino «la situazione è difficile e non possiamo permetterci rotture. Siamo convinti  che questo è il miglior governo possibile, ma diciamo anche: attenzione, Fini non è affatto solo, ha rapporti internazionali che sono sotto gli occhi di tutti, ha un patrimonio di voti, di consensi e di struttura da cui non si prescinde».

Bocchino ha anche annunciato che, nei prossimi giorni,  presenterà una lettera a Berlusconi firmata da «oltre una cinquantina di ex An, a cui sono pronti ad aggiungersi almeno un’altra decina di ex forzisti», in cui si chiedono «tre semplici cose. La prima è che si arrivi a una norma non scritta ma vincolante che prevede nel Pdl un patto di consultazione permanente tra Berlusconi e Fini. Perché non è possibile che Fini apprenda di candidature o proposte di legge a cose fatte».

La seconda richiesta sono «vertici di maggioranza» in cui si decide il da farsi, perché «le cene del lunedì tra Berlusconi e Bossi non rappresentano tutto il Pdl». Infine, aggiunge Bocchino, «chiediamo che negli organi di partito i temi politici vengano discussi e votati».

Se le richieste non fossero accettate, avverte l’esponente del Pdl, «siccome la lealtà non va confusa con la fessaggine, le cose cambieranno. E non sarà più scontato il nostro voto favorevole su ogni provvedimento. È arrivato il momento di far volare le colombe  per ricucire uno strappo più profondo di quanto sia mai stato in passato. Il premier, da uomo intelligente qual è, capirà che questo è il momento di intervenire».

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