Bologna/ Condannato a cinque anni un impiegato: ha preso a cinghiate e molestato la figlia di 19 anni

Il Tribunale di Bologna ha condannato a cinque anni per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale l’impiegato di 52 anni che avrebbe imposto un regime del terrore in casa, fatto di prevaricazioni, botte, cinghiate e che avrebbe anche molestato sessualmente una figlia, allora diciannovenne.

Il Pm Flavio Lazzarini aveva chiesto una condanna a sei anni: la vicenda venne a galla dopo che la ragazza, che viveva con la famiglia in un comune del bolognese, scappò di casa nel 2005 per due volte, nel giugno e nell’agosto. Dopo la seconda fuga la ragazza riferì ai carabinieri quello che, secondo lei, avveniva in famiglia: botte, cinghiate e molestie fatte di toccamenti. Il Pm Silvia Marzocchi, poi passato alla Procura dei Minori, trovò riscontri al racconto, tra l’altro da un frate e da una insegnante che riferì che tutto il corpo insegnante della scuola frequentata dalla ragazza sapeva che il padre la picchiava. In aula durante il processo sono stati sentiti i compagni di classe, che hanno confermato che la ragazza si era confidata con loro e aveva detto che il padre la picchiava e la molestava.

È stata sentita anche la suocera dell’imputato, nonna della ragazza: ha raccontato che l’uomo picchiava anche lei e il marito, e che per questo motivo dopo aver abitato accanto alla casa della figlia si erano trasferiti altrove.«Siamo soddisfatte – ha detto l’avv. Elisa Sforza che ha assistito la ragazza come parte civile – è una buona sentenza, che ha fatto chiarezza». La ragazza non è più tornata a casa dal 2005 e vive con la famiglia del fidanzato.

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