Bologna, giro di vite contro i graffitari: 30 indagati e 20 perquisizioni

BOLOGNA – Tra gli indagati c'e' anche un insospettabile quarantenne bolognese, graffitaro accanito che in casa aveva un vero arsenale: 239 bombolette di vernice spray e 142 pennarelli marker. E' uno dei trenta writers finiti nell'inchiesta della Procura di Bologna, che da qualche mese ha dichiarato guerra ai graffiti per prevenire e reprimere quello che il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha definito un 'fenomeno intollerabile che deturpa e ferisce la citta''. L'esito parziale dell'indagine, condotta dalla Polizia Municipale, vede una trentina di indagati e 20 decreti di perquisizione firmati dal sostituto Giampiero Nascimbeni, una dozzina dei quali gia' eseguiti. Il risultato e' il sequestro di circa 600 bombolette spray (prodotti professionali che arrivano a costare fino a 30 euro l'una), 232 pennarelli indelebili, alcuni 'stencil' (stampini per fare le scritte) e oltre un centinaio fra pannelli, fogli e bozzetti con i cosiddetti 'provini', utilizzati dai writers per studiare e preparare i graffiti da tracciare sui muri. Gli indagati sono uomini e donne, tutti incensurati, ma non tutti giovanissimi: l'eta' varia dai 19 ai 47 anni. A scovarli sono stati gli investigatori della Municipale che per mesi, con la task force chiamata 'Pandora', hanno fotografato e schedato piu' di 18.000 graffiti sparsi sui muri di Bologna. Incrociando quei 'tag' (cioe' le firme) con le stesse immagini trovate su internet (in siti e forum specializzati) e poi risalendo all'IP di chi le aveva pubblicate on-line, sono arrivati a identificare i writers. L'accusa di cui devono rispondere e' deturpamento e imbrattamento, reato punito in maniera modesta. Ma per alcuni casi potrebbe configurarsi anche il reato di danneggiamento, se si tratta di edifici storici o sedi di enti, cui i graffiti provocano anche un danno di immagine. Le perquisizioni finora eseguite sono state fatte a Bologna, tranne due fatte a Cagliari e a Reggio Calabria, dove risultavano abitare gli indagati, ma si trattava di residenze fittizie. Giovannini, che ha elogiato il lavoro dei vigili e del comandante Carlo di Palma, ha spiegato che si e' arrivati a questo primo risultato grazie alla sensibilita' della Municipale, condivisa anche dal commissario Anna Maria Cancellieri, in cui la Procura ha creduto.

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