Brunetta: "La sinistra fa schifo, noi siamo superiori in tutto"

ROMA – ''Con tutti i suoi difetti, la superiorita' della classe dirigente di centrodestra e' indiscutibile. Non ne posso piu' di questa sinistra col ditino alzato. Ma da quale pulpito arriva tanta arroganza? Sono solo dei poveretti, relitti del passato senza identita'''. Lo afferma a Libero il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che invita gli alleati a concentrarsi sul bersaglio comune: il centrosinistra. ''Quando vediamo Bersani, D'Alema e Fassino ergersi a moralizzatori – dice -, dobbiamo reagire. Ma come, questi mestieranti della politica le hanno sbagliate tutte e ci fanno pure la predica?''. Secondo Brunetta, i Democratici sono ''camaleonti, transfughi, paguri. Proprio come quegli animaletti che, non avendo una casa propria, si infilano in quella degli altri''. Altro che riformisti, aggiunge Brunetta, ''non sono piu' nulla. Non sono piu' comunisti, non sono liberali, non sono mai diventati socialdemocratici. Sono solo dei naufraghi del potere''. Inoltre, sostiene il ministro, ''difendono i fannulloni della Pubblica amministrazione e i baroni dell'universita'. Proteggono le rendite parassitarie delle public utilities. E' una sinistra fuori dal mondo che mi fa leggermente schifo''. Sul caso Ruby che investe il premier, Brunetta osserva: ''Mai, nella storia del Paese, la vita privata era entrata nella vita politica come elemento centrale. Avere presidenti del Consiglio democristiani notoriamente gay non ha destato, per fortuna, alcuno scandalo''. Addesso, invece, secondo Brunetta ''ridotti alla disperazione, questi 'sinistri' utilizzano un argomento che non fa parte della nostra cultura politica: la vita privata''. E a chi da sinistra obietta che sulle notti di Arcore, a proposito di superiorita' morale, c'e' un' inchiesta della magistratura, il ministro ricorda che ''si tratta di reati presunti. Aspettiamo i giudizi. Finora ho assistito, nei confronti di Silvio Berlusconi, solo ad un accanimento giudiziario''. E la politica non si fa demonizzando l'avversario, conclude.

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