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Bufera Schlein, riuscirà a tenere unito il Pd: voto capigruppo, Bonaccini pronto alla conta, crescono i malumori

Bufera Elly Schlein: ultimi giorni per tenere unito il Pd. Crescono i malumori. Bonaccini è pronto ala conta. Pomo della discordia: il voto sui capigruppo.

Elly Schlein punta su  Chiara Braga (Area Dem) per la Camera e su Francesco Boccia (ex montiamo-lettiano) per il Senato. Chiara la manda Franceschini, Francesco (pugliese) è benedetto da Michele Emiliano, già sindaco di Bari, oggi presidente delle Regione Puglia. Uno, per usare le sue stesse parole, che ambisce “a fare da polline  fra Pd e M5S”, a dialogare con i Verdi e il sindaco Sala.

Elly Schlein chiarisce: ”Sugli assetti interni ci prendiamo questi giorni per proseguire un confronto assolutamente sereno e faremo insieme le valutazioni”. Martedì 28, giorno delle votazioni, si vedrà. Forse.

LA FRONDA DELLA MINORANZA

La rivolta lascia presagire un terremoto interno. Tutti contro tutti. Non piace (eufemismo) il “prendere o lasciare “ che Elly va dicendo a sostegno del suo tandem preferito, il duo Braga-Boccia. Montano i mal di pancia.

La Schlein  viene anche accusata di essersi “sottomessa” ad un capo bastone come  Dario Franceschini. Il “duca di Ferrara”, cresciuto alla scuola di Ninuzzo Cristofori (andreottiano doc), zitto zitto, ha fatto incetta di poltrone nella Direzione Pd.

Di più: avrebbe strappato alle neo segretaria la garanzia per la presidenza a Montecitorio. “LapiDario” è fatto così. Vuole/pretende visibilità. È stato ministro quattro volte in sette anni. Mica può arretrare  proprio adesso che il ferro è caldo.

E pazienza se qualche big è rimasto a secco. Soprattutto quelli più a sinistra come Peppe Provenzano, Nicola Zingaretti, Andrea Orlando. Inoltre il pugliese Boccia, pallino della Schlein, non è ben visto dai riformisti di Lorenzo Guerini che lo considerano “la quinta colonna di Giuseppe Conte”. Facile che non lo votino.

CON SCHLEIN IL RITORNO DEI CACICCHI

Nel baillame, come se non bastasse , spuntano i “ cacicchi “ cioè i vecchi capi delle Antille abili a conquistare il potere. Un nome? Vincenzo Visco, già ministro delle Finanze nei governi di centrosinistra, economista vicino a Massimo D’Alema. Non frequentava il PD da anni in quanto trovava il partito troppo reaganiano . Ha detto giorni fa:” Ora è probabile che con la nuova segretaria possa rientrare”.

Aggiunge un colonnello dell’area riformista, ormai spinta ai margini del Nazareno:” Ci manca solo che torni Armando Cossutta, ma ormai è defunto”.

Anche la corrente dell’ex segretario Enrico Letta è in viaggio verso la Schlein che sta passando la giornata al telefono chiamando ad uno ad uno deputati e senatori per fare scouting a favore dei due candidati capogruppo. Elly teme i franchi tiratori.

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