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Calcio e ciclismo nella bufera, due federazioni nei guai: j’accuse di Gasparri urge una sterzata

Calcio e ciclismo: i due sport più amati dagli italiani sono nella bufera. Un momentaccio. L’anno nero.

Il calcio è (anche)ne guai per il tarlo delle scommesse e i suoi dolori sono arrivati in Parlamento. Il ciclismo tricolore non è mai stato così in difficoltà come quest’anno: crisi di risultati e dell’intero Movimento. Urge una sterzata. La chiedono milioni di appassionati. Vediamo nel dettaglio.

IL PALAZZO NEL PALLONE
Il caso del calcio scommesse arriva in Parlamento. Il Carroccio chiede la testa di Gabriele Gravina, presidente della FIGC dal 2018. Vogliono le sue dimissioni. Hanno scritto:”Basta con questo scempio”. Il ministro dello sport Abiodi lo difende (per ora). Mica facile.

Anche perché il fronte del dissenso si va allargando. Al Carroccio si è unito Fratelli d’Italia. Non ancora Forza Italia: addirittura Maurizio Gasparri alla situazione ha dedicato dei versi in rima (“Ode al precipizio”) puntualmente trasmessi all’interno di “Un giorno da pecora” su Radio 1 Rai.

Gasparri attacca così:”La. scommessa, brutto vizio/ porta il calcio al precipizio. Sono pieni di milioni/ ma frequentano imbroglioni. E deludono i tifosi,/da arroganti presuntuosi. Chi tradisce la bandiera/è un soggetto da galera”.

Il j’accuse politico (e non solo) rincara la dose citando altri tormenti: doping, inchieste, fallimenti sportivi, problemi infrastrutturali e televisivi, crisi economiche. Una sommessa domanda: ma da quando in qua il governo interviene sulle Federazioni Sportive? Non esiste più il principio dell’autonomia dello sport?

CICLISMO ANNO NERO
Il movimento azzurro continua un preoccupante trend negativo. L’Italia, secondo la classifica per Nazioni di fine anno ufficializzata dall’UCI, è scivolata all’ottavo posto. Quindi alle Olimpiadi di Parigi 2024 potrà presentare solo 3 corridori. Ma il bilancio 2023 e’ insoddisfacente. È da sette stagioni ormai che non ci sono squadre italiane World Tour. I corridori italiani hanno raccolto solo 13 successi in corse World Tour; successi che sono arrivati solo in corse a tappe. Negli ultimi 10 anni abbiamo centrato solo 5 Monumenti. L’ultimo Monumento è stato vinto da Colbrelli alla Parigi-Roubaix nel 2021. L’astinenza più lunga è legata alla Liegi che manca nel palmares tricolore dal 2007. Dal 2013 a oggi i corridori italiani nelle squadre di prima fascia sono diminuiti del 60%. Abbiamo solo 3 team “ professional”: Eolo, Corratec, Bardiani. Al di là dei risultati l’allarme risuona forte e chiaro. Nel 2000 l’Italia contava sulla comunità più rappresentativa nel circuito con 135 pro’ nei team di serie A, poi il calo inesorabile. Quest’anno il numero è sceso a 55 corridori. L’anno prossimo saranno 46. Con questi chiari di luna è difficile chiedere miracoli al ct della nazionale Daniele Bennati.

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