Calcio/ Niente scollature e shorts per le tifose nel ritiro del Napoli, deconcentrano i giocatori. Le regole ferree di Donadoni non risparmiamo nessuno

Benvenuti a Lindabrunn, il “lager” che sta ospitando il ritiro del Napoli. Dove il “kapo” Donadoni ha stabilito comandamenti a dir poco ferrei. Non solo per i giocatori, ma anche per i visitatori. E allora la procace Marina da Procida ha dovuto ricorrere a una maglia per occultare il generoso delcolletè malcelato dalla canottina che indossava. I campioni sarebbero stati distratti da tanto ben di Dio.

Seconda vittima, invece, l’ungherese Jolanda, arri­vata fin qui da Zalaegerszeg. I pantaloncini che aveva indosso erano troppo ristretti. Dunque, cambio con il fidanzato, le cui gambe pelose evidentemente non avrebbero distolto l’attenzione di Lavezzi e soci dagli allenamenti.

Ma le regole non finiscono qui, e nemmeno i giocatori possono stare tranquilli: si parte dal silenzio stampa, poi si passa al divieto assoluto per stampa e tifosi di tenere attiva la suoneria dei cellulari durante le sedute di allenamento, accompa­gnato dall’invito di parlare al telefono lontano dai cam­pi.

C’è quindi l’obbligo per i tifosidi entrare nel centro sportivo a piedi e rigorosamente a scaglioni, in gruppi al massimo di 15 unità. Durante le sedute, poi, bisogna bisbigliare, e al termine dell’allenamento pomeridiano solo due giocatori, decisi dall’entourage azzurro, si avvi­cinano per foto e autografi.

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