CAMORRA: BLITZ ALL’ALBA, ARRESTATI TRE PRESUNTI KILLER DELLA STRAGE DI CASTELVOLTURNO

Carabiniere2 Due operazioni contro il clan dei Casalesi, nel Casertano, hanno portato all’esecuzione di circa 100 misure cautelari ma soprattutto alla cattura dei boss dell’ala stragista Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia. Questi ultimi, considerati mandanti ed esecutori della strage di Castelvolturno, sono stati sorpresi dai carabinieri in una villetta di Licola, sul litorale domizio, poco lontano dal chilometro 43 della Domiziana e da Baia Verde, dove il 18 settembre hanno ucciso il gestore di una sala giochi e poi 6 extracomunitari di origine ghanese.

LA MOGLIE DI SANDOKAN – Seicento tra poliziotti e finanzieri hanno poi eseguito 107 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di affiliati e gregari del clan dei Casalesi con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidi, ricettazione ed estorsione. Tra gli arrestati c’è anche la moglie di Francesco Schiavone detto Sandokan, il capo della cosca già detenuto da una decina d’anni, la 48enne Giuseppina Nappa. La donna è accusata di ricettazione, per avere percepito lo stipendio che l’organizzazione assicurava mensilmente ai familiari degli affiliati detenuti. Arrestato nella propria abitazione anche un avvocato di Casal di Principe, Mario Natale, accusato tra l’altro di estorsione.

SEQUESTRI PER 100 MILIONI – Gli arresti sono stati accompagnati da sequestri di beni mobili e di immobili e società commerciali riconducibili al clan camorristico per un valore di oltre 100 milioni di euro. Operazione, quest’ultima, effettuata non solo nel Casertano ma anche nella zona di Napoli, nel basso Lazio e in Toscana.

LATITANTI ARMATI – La maxi operazione è maturata in un quadro di «alleanza tra i clan Schiavone e Bidognetti». All’interno di questo ultimo sodalizio criminale, però, «sono nati gli scissionisti che hanno deciso di dare dimostrazione su chi sia più forte in provincia di Caserta: ecco gli omicidi di questi ultimi giorni». È stato il capo della polizia Antonio Manganelli a sottolineare la pericolosità degli «ex dipendenti del Bidognetti, che oggi sono in proprio. Cinque di loro sono latitanti, molto armati, intenzionati a non farsi catturare». Le precauzioni straodinarie prese in questi giorni nei controlli ai posti di blocco «sono dovute alla certezza – ha aggiunto Manganelli – che queste persone non si lasciano catturare e non accettano la resa. Di fronte allo spiegamento di forze, escono anche armati di esplosivi».

«GIORNATA DA INCORNICIARE» – Grande soddisfazione del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha commentato a caldo la notizia degli arresti. «Quella di oggi è una giornata da incorniciare nella lotta dello Stato contro la camorra – ha detto il numero uno del Viminale -. Abbiamo inferto un colpo durissimo al clan dei Casalesi». Il ministro ha sottolineato che «tutte le strutture dello Stato hanno agito contemporaneamente» e che si tratta di un «risultato eccezionale dovuto all’intensificazione dell’azione di contrasto» dopo la strage di Castelvolturno. «Il controllo e il presidio del territorio ha l’obiettivo di togliere l’acqua ai pescecani, togliere l’erba sotto i piedi ai latitanti, eliminare i loro nascondigli per farli uscire allo scoperto e catturarli» ha concluso Maroni.

NAPOLITANO: «PRIMATO DELLE ISTITUZIONI» – Il presidente Napolitano sottolinea che l’operazione dimostra la capacità da parte dello Stato di «reazioni tempestive e concrete volte a riaffermare il primato delle istituzioni e il principio della legalità». «Esse rappresentano il frutto di un intenso, quotidiano impegno investigativo e dell’elaborazione di piani di contrasto in stretta collaborazione tra i magistrati e le forze di polizia e in piena sinergia tra queste ultime».

Gestione cookie