CAMORRA, MARONI AL SENATO: ”E’ GUERRA CIVILE, LO STATO LI FERMERA”’

Maroni_sicurezza La strage di Castelvolturno è stato un vero e proprio «atto di terrorismo». Ne è convinto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che nella sua informativa al Senato sui fatti avvenuti nel Casertano ha spiegato come il governo punti a «individuare gli autori della strage, catturare i latitanti ed espellere i clandestini». «C’è una guerra civile che la camorra ha dichiarato allo Stato cui lo Stato deve rispondere con fermezza, riappropriandosi del territorio» ha detto il titolare del Viminale.

CASALESI INFILTRATI – Gli omicidi di Castelvolturno, ha spiegato Maroni in Senato, «sono maturati in un contesto socio-ambientale caratterizzato dall’influenza del clan dei Casalesi, in particolare di Domenico Bidognetti, oggi collaboratore di giustizia. Il clan ha un’elevata capacità collusiva nel tessuto economico ed istituzionale, gestisce il narcotraffico, il traffico di esseri umani, reati contro il patrimonio , estorsioni, contrabbando». C’è inoltre, ha proseguito il ministro, «una forte presenza di immigrati a Castelvolturno, che è addirittura superiore alla popolazione residente».

DOMICILIARI – parlando al Senato Maroni è tornato anche sulle polemiche sollevate dal leader del Pd Walter Veltroni per il fatto che l’uomo arrestato, presunto autore della strage di Castelvolturno, fosse ai domiciliari. «Sulla vicenda di Alfonso Cesarano, l’uomo agli arresti domiciliari ritenuto uno degli autori della strage dello scorso 18 settembre – ha spiegato Maroni – ci sono state accuse ingenerose alle forze di polizia adombrando una mancanza di controllo nei confronti di questo spietato killer. Io do il pieno apprezzamento alle forze dell’ordine». «Nel solo Castelvolturno – ha aggiunto il ministro – sono 118 le persone ai domiciliari; è quindi evidente che la concessione di questi benefici ad un numero spropositato di persone rende difficile il controllo». «Invito dunque il Parlamento – ha proseguito Maroni – a studiare un’iniziativa per ridurre i domiciliare a chi è accusato di reati di mafia».


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