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Campo largo, il Pd lo vuole rottamare, dopo il caos in Basilicata e Piemonte

Campo largo, il Pd lo vuole rottamare. Mettiamola così: visto il caos in Piemonte e Basilicata, il Pd si sta rassegnando a rottamare il “Campo largo”. I dem pensano al proporzionale sempre più convinti che “è impossibile allearsi con i  Cinquestelle”. Per  carità, in Basilicata ci hanno messo una pezza con la candidatura di Piero Marrese (dopo fior di impallinati e veti incrociati) ma le scorie di una trattativa schizofrenica mica sono sparite. Sono tutte ancora al loro posto.  Di più: queste rimanenze stanno avvelenando il clima del Nazareno. È  vero che in Piemonte la candidata dem Gianna Pentenero non ha chiuso la porta al M5S al grido “ Superiamo i personalismi”; ma è altrettanto vero che Conte si è sfilato lamentando e indicando “ difficoltà oggettive”. Dunque il 5 Stelle procederà a designare una propria candidata o un proprio candidato. Ha aggiunto il leader del M5S:” Questo non significa che il Pd diventerà un nemico. Se andiamo sempre avanti il Pd diventa un concorrente. Noi abbiamo sempre un orizzonte di dialogo con forze progressiste che si predispongono a lavorare generosamente e mettono sempre al centro la buona politica: che significa progetti, programmi, obiettivi politici e poi interpreti affidabili”.

LA MOSSA DISPERATA DEI CENTRISTI
 E che dire del Terzo Polo? I centristi puntavano sul collasso di Forza Italia ed ora si accodano alla stessa. Vito Bardi, Carlo Calenda e Matteo Renzi portano in dote circa il 10%. Ha commentato un dirigente del Pd:” Mettono in sicurezza la vittoria di Bardi e la nostra sconfitta.” Un percorso, quello del Terzo Polo, per molti versi paradossale: i centristi situati a sinistra che scommettevano sulla possibilità di assorbire i voti moderati in fuga di FI dopo la scomparsa di Berlusconi. Ora si trovano sul cammino del Centrodestra. Hanno constatato, nelle ultime tornate regionali, che il blocco elettorale azzurro non si scongela e si sono accodati. È l’istinto di sopravvivenza dei centrini. Il defunto Terzo Polo – da Renzi a Calenda e dintorni – vogliono dimostrare, che senza di loro,Pd e M5S non vanno da nessuna parte. Ma così fanno soltanto crescere Forza Italia. O no?

IL PRAGMATISMO DI CONTE
Il leader pentastellato è ben diverso da Casaleggio e Grillo. Per lui la politica e “governare”.Dunque,passate le Europee di giugno,potrebbe aprire il confronto proprio con i centristi. E l’ipotesi del piddino Amendola:” Conte è meno sprovveduto di quanto si pensi”.

I SUGGERIMENTI DI ROMANO PRODI
L’ex presidente del Consiglio, 84 anni, dice la sua:” Pd e 5 Stelle si confrontino su tutto, anche sulle armi a Kiev. Il mio suggerimento è sedersi a un tavolo per uscire con una idea di governo. Mi dispiace molto che in Basilicata non si sia trovato un accordo, anche se , e pur vero, che la politica locale ha accorpamenti e consuetudini differenti. La mia ricetta per Pd-M5S? Penso a piccoli gruppi di lavoro: 5 o 10 persone dei vari partiti che si riuniscano, a partire da ora, in modo informale ma fattivo su pochi temi. Anche se ve ne sono tanti altri, io ne promuovo due: casa e sanità. Si parta da quelli. Ci si confronti e si esca con una proposta per il Paese, alternative non ne vedo”.

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