Cannes: ovazione dalla stampa straniera per Sorrentino

Cannes 20 mag Se non e' un p – Cannes, 20 mag – Se non e' un peana poco ci manca. Pur tenendo conto di approcci diversi, diverse culture e inevitabili voci di dissenso anche marcato, l'approdo critico di Paolo Sorrentino e del suo primo film in lingua inglese This Must be the Place al festival di Cannes puo' essere considerato eccellente. Non vale lo sciovinismo e lo spirito di bandiera se un guru della critica anglosassone come Jay Weissberg di Variety parla di un autore che da oggi va considerato davvero 'cool' e che trasfonde nel suo film quell'umanita', calore e rispetto che non si ritrovano spesso in celebrati maestri come David Lynch e Quentin Tarantino. Nell'insieme le prime recensioni anglosassoni che Sorrentino si e' trovato davanti agli occhi dopo la ripetuta e calorosa accoglienza del pubblico nella giornata di ieri possono convincerlo di aver vinto la sfida piu' difficile: apparire credibile e convincente agli occhi di una cultura in cui ha provato a calarsi – lui ancora alle prese con l'apprendimento della lingua – mettendo il suo protagonista Sean Penn nella condizione di eccellere. L'interpretazione eccentrica, forse la piu' folle della sua carriera di Penn e' l'attrazione principale di questo film erratico e sorprendente, scrive oggi Hollywood Reporter . E' un film che per Michel Ciment di Positif fa piazza pulita con tanti luoghi comuni sul cinema italiano, dimostrando che esiste una nuova generazione capace di parlare al mondo di oggi con la lingua del mondo di oggi e Peter Scarlet (gia' direttore del Tribeca e oggi responsabile del festival di Abu Dahbi) si dice convinto di aver visto la conferma di un grande maestro del cinema, con un film finalmente post-felliniano . Per Screen International il film e' visivamente barocco, con una storia che poteva uscire solo dalla mente di un narratore dalla scrittura libera e originale; un film capace di essere al contempo divertente e sentimentale, irritante e coinvolgente, pieno di un'umanita' che dimostra come non sempre ci sia bisogno di essere sensati per dare un senso alle cose. Molto convinta e' anche la stampa franncese che, nell'insieme dei pronostici di vigilia, assegna ben tre palme a This Must be the Place. Se il celebre triangolo intellettuale dei Cahiers du Cine'ma, Le Monde e Les Inrokuptibles mette avanti riserve che sembrano generate in larga parte dall'approccio alla cultura americana della critica parigina, il coro dei giornali piu' popolari e' unanime, da Premie're al Figaro , da L'Express al Journal du dimanche. Ma l'augurio migliore per il regista italiano viene ancora da Variety quando scrive che quest'opera, cui Sean Penn offre la sua piu' formidabile trasformazione, puo' certamente produrre molte discussioni e pareri diversi, ma alla lunga si candida come un film di culto.

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