Mamme in carriera/ Cara Cristina, ti bloggo. E-mail a un’amica lontana da una mamma in carriera

Ciao Cristina, ieri non siamo riuscite a parlare. Ci siamo inseguite a lungo ma non c’è stato niente da fare. Questa mattina comincia male, ho già dovuto discutere. Ma forse tutte le ragioni non le ho.

E’ successo perché ieri sera mi sono presentata a casa come al solito dopo le 9. I bambini avevano già mangiato e Luca li preparava per andare a letto. Ho tardato perché al lavoro la giornata è stata lunga, di certo non perché sia andata a divertirmi. Però era tardi e anche lui era stanco e i bambini chiedevano di me già da qualche ora. E, come se non bastasse, mi sono presentata con il prodotto del solito raptus consumistico da pausa pranzo: il sacchettone blu di carta firmato Zara che la nostra casa ormai ben conosce. Niente per me, solo un paio di meravigliose All Star rosse con pailletes numero 26, una sciarpina bianca di cotone con stelline argentate, un abitino taglia 3-4 anni di cotone beige e un paio di bermuda a scacchi taglia 5 anni. Luca mi è saltato agli occhi.  Ma ero troppo stanca, ho rimandato a questa mattina. E non c’è voluto tanto per ricominciare a discutere.

Luca ha ragione. Lo so. Ma una dipendenza è una dipendenza. E poi io sono cresciuta un po’ così, che mi regalavano un sacco di vestiti e non mi sembra per questo di aver fatto una brutta fine. E lui, al contrario, che non ha avuto molto, non mi sembra poi molto più equilibrato. La domanda vera però è questa: i bambini devono avere quanto hanno i genitori oppure a scopo educativo si deve tenerli più a stecchetto? Ai posteri l’ardua sentenza. Tutto sommato, bene così, che dove io esagero lui mi mette il freno.
Ma dimmi di te? Come prosegue il tuo tormentato rapporto via chat? Hai visto cosa è capitato a Catania. Ti ho subito pensata. Attenta a non finire così anche tu, sgozzata dal fidanzato che ti sorprende a chattare….
A presto, Vicky

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