Cara Veronica, scrisse in maggio a Lady Berlusconi la moglie di Rizzoli. Di caro c’era solo l’inizio…

Melania Rizzoli, deputato del Pdl, moglie di Angelo, aveva scritto già in maggio a Veronica Lario, moglie di Silvio Berlusconi, una lettera un po’ pesante e quasi offensiva. Il marito, l’editore e produttore Angelo Rizzoli, con una intervista al Corriere della Sera usctia venerdì, aveva duramente criticato Veronica e difeso il marito Silvio. Sabato Veronica aveva scritto al Corriere attaccando a sua volta i due Rizzoli e dicendo sostanzialmente loro di farsi gli affari propri.

Il Corriere ha ora reso di pubblico dominio la lettera di Melania, che è datata  23 maggio, e ora  tutti gli elementi della discussione tra parenti e amici sono ormai di pubblico dominio.

“Cara Veronica”, comincia la lettera inviata alla signora Berlisconi da Melania Rizzoli; ma dopo non c’ è più nulla di caro. Parlando a nome proprio e “di molte mie colleghe parlamentari”, la signora Rizzoli mette le mani avanti: “Non è nostra intenzione commentare le sue iniziative me­diatiche che evidentemente esprimono un disagio profondo, ma desideriamo farle co­noscere il nostro, di disagio, sicuramente di­verso dal suo, ma forse meno personale, poi­ché comprende l’universo femminile italia­no”.

E poi l’attacco, duro e diretto: “La sua esternazione pubblica ha fatto tornare indietro di colpo di cinquant’anni le donne, a quando erano comandate dal maschio dominante ed erano bersaglio del maschili­smo becero, a quando veni­vano considerate solo corpi da guardare e sesso da gode­re, mentre le proprie mogli erano solo madri e necessa­riamente casalinghe. Il no­stro disagio si è concretizza­to alla lettura dei giornali di queste settimane, in cui si sono sprecati i ritratti di donne aspiranti a qualun­que cosa, con foto di ragazze seminude (comprese le sue), con puntuali citazioni di amanti e di peccati, abbiamo letto il velato disprezzo per le donne che comunque sfiora­no il mondo ‘porno’ dello spettacolo, i titoli umilianti scelti (velina ingrata), ed il ritrat­to della donna italiana è tornato, in tre set­timane, ad essere quello desolante che a fa­tica ci eravamo illuse di aver cancellato. L’eco delle sue parole è arrivato sulla stam­pa estera, dove le italiane sono state dipin­te come cortigiane, tutte seno e labbra rifat­te, e l’Italia, il cui Capo del Governo ha il cognome che porta lei ed i suoi figli, ritratta come un Paese di veline, tutte col book foto­grafico sotto il braccio, che mostra il ‘lato B’, nostro orgoglio nazionale!”

Ma c’è poco da scherzare: “Cara Signora Berlusconi, lei ha sposato un uomo fuori dal comune, che ha sempre avu­to quel carattere che lo contraddistingue e che è parte del suo fascino, come lei stessa ha riconosciuto più volte, e suo marito avrà per lei dei difetti anch’essi fuori dal comu­ne, ma deve riconoscere che ha anche una personalità talmente travolgente da averle fatto dichiarare che difficilmente ne avreb­be fatto a meno”.

Infine,  l’a fondo finale: “Faccia qualcosa di concreto a favore delle donne. Dia ai suoi figli un vero esem­pio di vita, esca da quella ca­sa dorata e si faccia vedere tra le donne italiane, quelle che tutte le mattine vanno al lavoro per portare a casa lo stipendio. Faccia tornare sui giornali le notizie del terre­moto d’Abruzzo e della crisi economica mondiale. (..) Abbandoni la sua solitudine e lasci perdere i famelici av­vocati e gli eventuali interessati consiglieri”:

Conclusione: “Segua le ragioni del suo cuore” e “, torni a parlare con suo ma­rito”:  “privatamente però”.

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