Carceri/ E’ emergenza sovraffollamento: divampa la protesta a Como, Firenze, Arezzo e Perugia

I più si limitano a battere contro le inferriate delle celle, provocando un rumore assordante. Qualcuno va oltre e ogni tanto causa l’esplosione di una bomboletta di gas, il cui botto si sovrappone al fracasso dei colpi contro le sbarre. I più motivati e decisi a farsi sentire, infine,  scelgono lo sciopero della fame.

Ufficialmente, i rapporti parlano di «stato di agitazione», in realtà si tratta di una vera e propria rivolta che sta esplodendo in molti carceri italiani a causa del sovraffollamento che con il caldo diventa una situazione sempre più ingestibile e difficile da sopportare.

Dopo la protesta scoppiata la sera del 16 agosto nel carcere San Benedetto di Arezzo, è stata la volta del carcere del Bassone a Como, dove circa 560 detenuti stanno protestando dal 14 agosto per le condizioni disumane in cui vivono, in un carcere che può ospitare 300 detenuti e invece ne ha 600.

Martedì mattina la situazione è ulteriormente degenerata al punto che nel pomeriggio è stato convocato un vertice urgente tra la direzione del penitenziario e una delegazione di detenuti. Dopo il faccia a faccia il clima è apparso leggermente più disteso, abbastanza da spingere i detenuti a interrompere la protesta. La miccia resta però innescata e l’agitazione non può considerarsi archiviata.

Gli stessi motivi della protesta di Como hanno spinto anche i detenuti del carcere di Sollicciano, a Firenze a protestare martedì notte e mercoledì mattina: i detenuti (950 in una struttura che ne dovrebbe contenere 400) hanno gridato slogan per l’indulto e contro il sovraffollamento lanciando nei corridoi lenzuola incendiate. All’esterno del carcere sono state schierate pattuglie di polizia e carabinieri, pronte a dare supporto agli agenti di polizia penitenziaria, ma finora non c’è stato bisogno del loro intervento.

Ancora allarme anche nel carcere di Perugia per un incendio all’interno di una cella provocato da un detenuto che ha tentato di dare fuoco al suo materasso. Il motivo della protesta ancora una volta è il sovraffollamento: la popolazione è passata dai 243 detenuti del 2008 ai 485 di oggi.

Episodi molto simili a quelli che avvengono in questi giorni infuocati d’estate in molti altri istituti italiani. Come in quello di Poggioreale dove da giorni si fanno turni tra i detenuti per bagnare le lenzuola e appenderle al soffitto.

Tutti episodi che sono «inquietanti campanelli di allarme»per il segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Donato Capece, secondo cui «la situazione penitenziaria è ogni giorno sempre più critica: ci sono aggressioni ad agenti, risse, momenti di tensione rispetto ai quali registriamo il colpevole silenzio dell’Amministrazione penitenziaria».

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