Carceri sovraffollate: da Trieste a Napoli, passando per Bergamo i penitenziari scoppiano

Da nord e sud, in tutta Italia le carceri scoppiano. Comincia a montare la protesta dei detenuti che, con l’arrivo del caldo estivo, si può prevedere si farà sempre più forte. Se a Trieste è stato creato un “registro dei materassi per terra” per gestire l’emergenza, a Napoli i carcerati rifiutano il cibo. A Bergamo, invece, hanno appiccato piccoli roghi in cella.

Nel penitenziario triestino del Coroneo, che ha una capienza di 160 detenuti, al momento vivono 250 persone. “Il sistema dei materassi per terra è un modo concreto per garantire e dimostrare ai detenuti che non vi è alcun favoritismo”, spiega il direttore del carcere Enrico Sbriglia. Stesso disagio anche in altre città friulane, come Pordenone e Gorizia, che necessitano di soluzioni immediate al problema del sovraffollamento dei penitenziari.

A Napoli il caldo peggiora le cose e le condizioni igieniche si fanno precarie, specialmente quando in una cella dove dovrebbero dormire solo tre persone, in realtà ce ne vivono dodici. Hanno letti a castello da tre piani, non riescono nemmeno ad alzarsi o a mettersi a sedere. Campano come fossero degli animali, ma sono detenuti e vorrebbero “essere trattati come esseri umani”.

La struttura della Casa circondariale di Bergamo, invece, può ospitare 250 detenuti, ma attualmente ce ne sono 500. Anche nelle sale di ricreazione ci sono delle brande per dormire. La situazione è degenerata nelle ultime settimane, dopo un suicidio  e un tentato suicidio. Un crescendo di tensione: botte alle sbarre, piccoli incendi e sciopero della fame.

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