Carissima estate. L’aumento record dei prezzi ha fatto crollare persino il consumo di pasta del 10,7%

Aumento record dei prezzi, crolla persino il consumo di pasta del 10,7%. Carissima estate. Prepariamoci.

Raffica di aumenti a due cifre per alberghi, ristoranti e pacchetti  vacanze. E stangata vera e propria sui biglietti aerei. E salgono pure i prezzi di gelati, aperitivi, acque minerali.

È la conseguenza di una inflazione che, seppur in discesa, nei Paesi dell’euro continua a restare aggrappata a quota 7% malgrado i ripetuti rialzi del costo del denaro messi a segno dalla Bce per contrastarla.

A fare i conti della stangata in arrivo ha provveduto il Codacos, cioè l’Associazione (senza fini di lucro) impegnata a difendere i diritti degli utenti e consumatori dal 1986. E il Codacons ha sapientemente elaborato i dati ISTAT. Morale: sarà una estate rovente e non solo per le temperature. L’ondata dei rincari è travolgente. E colpisce principalmente 5 settori: alimentari, bevande, casa, trasporti, pacchetti vacanza. Le punte massime per settore: riso (+40,7), succhi di frutta (+18,4), condizionatori d’aria (+6,9), voli nazionali (+49,3), pacchetti vacanza (+26,8).

MANGIASPAGHETTI ADDIO

Sorpresa: l’aumento record dei prezzi della pasta (+17,5%) ha fatto crollare il consumo di pasta del 10,7%. Ma al riguardo pesano anche il boom della celiachia e le nuove abitudini alimentari. I dati, diffusi dalla Confesercenti fanno impressione. Nel primo trimestre 2023 il consumo di “maccheroni” si è contratto appunto del 10,7%.

Un declino record per quello che è, con la pizza, il prodotto simbolo del Made in Italy a tavola; un dato che rischia di trascinare in basso anche altre eccellenze produttive del nostro Paese che con la pasta vanno a braccetto.

IL CARO-BEBÈ, AUMENTO SALATO

E poi ci sono i prodotti dell’infanzia  che continuano a costare troppo. Ecco perché il ministro Urso ha avviato una istruttoria urgente. Secondo Legacoop il 63% degli italiani non fa figli per colpa degli stipendi bassi e dei rincari dei beni di consumo. Di più: il 56% non fa figli per paura di perdere il posto di lavoro. Il problema è serio.

A dare l’allarme sui prezzi dei prodotti per l’infanzia che non calano, nonostante il taglio dell’IVA dal 22 al 5% deciso con la manovra, è stato il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il Dicastero di via Veneto ha dato mandato a Mr Prezzi di convocare con urgenza il tavolo del settore.

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Marco Benedetto