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Caso Bari, l’ombra della mafia, proteste inappropriate: sono 379 le giunte sciolte

Caso Bari, due o tre cose bisogna pur dirle, fuori dal coro, sul “caso Bari” e il buferone che ha suscitato per l’accusa di presunte infiltrazioni mafiose; sospetto che ha scatenato la rabbia del sindaco Pd Antonio Decaro (“è un atto di guerra, la città è dei baresi”) perché Bari rischia il commissariameto e lo slittamento delle elezioni comunali fissate per l’8-9 giugno.

Uno slittamento addirittura anche di 18 mesi. Se fosse accertato che il Municipio del capoluogo pugliese era finito nelle grinfie di “Savinuccio” Parisi, il ras di Japigia (popoloso quartiere della periferia di Bari),  il Consiglio comunale uscente farebbe subito le valige e quello subentrante dovrebbe attendere un anno e mezzo per la “bonifica” istituzionale. Una autentica sventura. Detto ciò è il caso di ricordare alcuni punti chiave.

1) OBBLIGATORIO ATTIVARE UNA INDAGINE
Il ministro Piantedosi ha dovuto avviare la procedura di nomina di una “Commissione di
accesso” per monitorare la situazione. Monitoraggio che, per il Viminale, scaturisce da una indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti e alla nomina,da parte del Tribunale,di un amministratore giudiziario per l’azienda “Mobilità e Trasporti Bari”, interamente partecipata dal Comune. Dunque, gli strilli del sindaco suonano inappropriati. Su Decaro il capo della procura Roberto Rossi oltretutto ha già detto di aver accertato “l’insussistenza del coinvolgimento del sindaco Decaro”.

2) MOLTE   LE GIUNTE SCIOLTE
Sono finora 379. E sono state sciolte da governi di ogni colore. Pertanto attribuire il provvedimento preso dal Viminale ad una matrice “politica” suona come una licenza grossolanamente propagandistica. È il caso di ricordare che Mario Monti sciolse la giunta di Centrodestra di Reggio Calabria , Gentiloni  sciolse qualcosa come 38 Comuni, Conte-Pd 31, Draghi 20.

3) LEGGE VOLUTA DA ANDREOTTI NEL 1991
Parliamo di una legge varata 33 anni fa. Luglio 1991. Preistoria. Una legge che non solo ha colpito 379 giunte ma anche 7 aziende ospedaliere. A conti fatti sono una ottantina i comuni colpiti da più provvedimenti. E tutti prima strillavano la loro innocenza. Certo, la lotta alla Mafia non può essere polemica elettorale. Ci vuole prudenza. A tre mesi dalle elezioni amministrative la lotta alla Mafia è materia che scotta. Deve vedere unita la Repubblica e le sue istituzioni in tutte le sue parti.

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