CEI: NO AD EUTANASIA ANCHE PER MALATI IN SOFFERENZA PERMANENTE

Eluana4 Qualsiasi forma di «eutanasia», più o meno esplicita, è da condannare. Lo ribadisce la Conferenza episcopale italiana nel messaggio per la "Giornata per la vita". I vescovi invitano a non «rispondere a stati permanenti di sofferenza, reali o asseriti, reclamando forme più o meno esplicite di eutanasia». È una risposta «falsa», perché «la vita umana è un bene inviolabile e indisponibile, e non può mai essere legittimato e favorito l’abbandono delle cure, come pure ovviamente l’accanimento terapeutico, quando vengono meno ragionevoli prospettive di guarigione».

ABORTO – Nel messaggi i vescovi si soffermano anche sul tema dell’aborto: «Non può essere una risposta alla gravidanza, seppure indesiderata». Nel testo si leggE: «Talune donne, – afferma il messaggio del Consiglio permanente della Cei, intitolato "La forza della vita nella sofferenza" – spesso provate da un’esistenza infelice, vedono in una gravidanza inattesa esiti di insopportabile sofferenza. Quando la risposta è l’aborto, – ammoniscono i vescovi – viene generata ulteriore sofferenza, che non solo distrugge la creatura che custodiscono in seno, ma provoca anche in loro un trauma, destinato a lasciare una ferita perenne. In realtà, al dolore non si risponde con altro dolore: anche in questo caso esistono soluzioni positive e aperte alla vita, come dimostra la lunga, generosa e lodevole esperienza promossa dall’associazionismo cattolico».

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