Cgil all'estero, una relazione del Ministero del Lavoro teme che i patronati siano poco trasparenti, cinque ministri sapevano e hanno tenuto le bocche cucite, Giornale e Riformista rivelano
Tegola sulla Cgil. Nubi quantomeno da diradare. Una relazione del Ministero del Lavoro, giacente dal 2016, getta ombre sui Patronati all’estero del sindacato di Maurizio Landini.
Sotto i riflettori sono finite le sedi Inca- Cgil di Brasile, Argentina, Canada, Svizzera, Stati Uniti, Austria. È il caso di ricordare che l’Inca (Istituto Nazionale Confederale di Assistenza) ha quale missione principale di difendere i diritti dei lavoratori, delle lavoratrici e di tutti i cittadini italiani anche residenti all’estero.
Istituto di lunga data e spessore, essendo nato l’11 febbraio 1945.
Ora il primo Patronato in Italia e all’estero per volume di attività, con oltre 5 milioni di persone in Italia e 600.000 connazionali residenti all’estero, corre guai seri. Così almeno scrivono Riformista e Giornale.
Il Ministero teme che qualcosa nei patronati esteri non funzioni o funzioni male. In altre parole, teme che ci sia un trucco o quantomeno una prassi poco trasparente. In buona sostanza una disinvolta gestione delle pratiche: più vengono evase più il sindacato riceve soldi dallo Stato. Vero, falso?
CINQUE MINISTRI, NESSUN INTERVENTO
Dal 2016 ad oggi sono sbarcati al Ministero del Lavoro esponenti di primo piano: in testa il romagnolo Giuliano Poletti (ex Cgil, ministro nei governi Renzi e Gentiloni). E poi Luigi Di Maio (M5S), Nunzia Catalfo (M5S) nel governo Conte 2 (Pd-M5S); e il ligure Andrea Orlando (governo Draghi). Ora sorge una domanda.
Perché nessuno di questi 5 ministri si è occupato della relazione “bomba” e chiedere conto alla CGIL?
PRATICHE VERE O FITTIZIE?
Il punto è avvolto nel mistero. Ma il comitato parlamentare che si occupa del caso ha tratto, nero su bianco, delle conclusioni inquietanti: i patronati Cgil all’estero sono incappati in pratiche irregolari.
Ad esempio a New York gli ispettori del Ministero del Lavoro hanno annullato 444 pratiche fiscali, a Parigi 90, a Buenos Aires 92, eccetera.
L’erogazione dei soldi da parte dello Stato ai Patronati Inca- Cgil avviene sulla base di un punteggio. Più alto è il punteggio, più soldi arrivano nelle tasche di Inca. E il punteggio si forma in base alle pratiche evase.
È il caso di ricordare anche che c’è un legame con i parlamentari eletti nelle circoscrizioni estere. I voti arrivano proprio dagli italiani residenti all’estero i cui elenchi sono custoditi dai patronati.
Concludendo: il Ministero sostiene che i punti oscuri sul funzionamento dei patronati siano più di uno. In testa a tutti un presunto trucco che gonfia le casse della Cgil. Un nebbione da diradare al più presto.
Stangata per le vacanze: l'inflazione resta ancora inchiodata allo 0,8% a giugno, per il terzo…
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha recentemente avviato un'istruttoria nei confronti di…
Sono 13 le città che fino a venerdì sono da bollino rosso, cioè la condizione…
La vicenda del bambino di sei anni affetto da leucemia, vittima di una dose sbagliata…
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha il Covid. Cancellato un evento a Las…
Un inquietante caso di avvelenamento, che ricorda le dinamiche del celebre romanzo "Dieci piccoli indiani"…