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Chrysler, Fiat/ Scontro tra banche e governo Usa, gli italiani accusati di volerla per nulla.

di admin |21 Aprile 2009 23:17

Le banche e gli hedge fund creditori di Chrysler non hanno gradito la richiesta del governo di ricevere un solo miliardo di dollari, in contanti, da dividere fra loro, e nient’altro, in cambio del loro credito nei confronti di Chrysler, che ammonta a 6,9 miliardi e hanno rilanciato proponendo di rinunciare solo a 2,5 miliardi dei 6,9 miliardi, in cambio di una quota del 40% nella nuova società ristrutturata, che dovrebbe vedere anche l’alleanza tra Chrysler e Fiat. 
Secondo il Wall Street Journal i creditori (tra cui Citigroup e JPMorgan), sono molto irritati dell’atteggiamento del Tesoro e hanno presentato la controproposta.Intanto si avvicina la scadenza del 30 aprile, ultimo giorno in cui  Chrysler, potrà chiudere l’ accordo definitivo con Fiat, prima che il governo lasci scivolare Chrysler verso la bancarotta. 

Secondo il Wall Street Journal  i «creditori di Crysler) chiedono che anche Fiat metta capitale in Chrysler, in cambio della partecipazione azionaria» che ora invece vorrebbe ottenere solo con l’apporto della propria tecnologia, senza metterci un dollaro, o un euro. La cosa non è gradita ai creditori di Chrysler, che invece soldi ce ne hanno messo parecchi e ora li vedrebbero sfumare in una quota più o meno grande.

Intanti continua a suscitare scalpore, e dà anche un’idea di quanto gli americani siano dispostia giocarsi per conservare i loro privilegi,il fatto che i massimi dirigenti della Chrysler Financial hanno rispedito al mittente un finanziamento governativo di 750 milioni di dollari. Perché hanno rifiutato? Se il governo americano presta i soldi in tempo di crisi,  l’azienda aiutata deve rispettare alcuni canoni fondamentali, tra questi dei vincoli molto rigidi in materia di incentivi e premi (i bonus) per milioni e milioni di dollari per i quadri dirigenziali (Obama è stato categorico in questo).

L’esecutivo Chrysler ha detto “no”: non vuole attenersi ai nuovi limiti federali sui pagamenti. Questo non significa che Chrysler non abbia bisogno di soldi, anzi: il problema è che questi verrano richiesti alle banche (tra queste JP Morgan e Citigroup) con interessi, ovviamente, molto alti.

La domanda è: conviene alla Fiat aiutare un’azienda che “non si aiuta” e tiene simili comportamenti?

Una fonte interna, intervistata dal Washington Post, difende però gli alti dirigenti di Chrysler, smentisce la motivazione basata sull’interesse personale e garantisce che tutti stanno facendo il possibile per togliere Chrysler dai guai perseguendo una politica basata solo sugli interessi dell’azienda.

Chrysler (la parte addetta alla costruzione ed alla vendita delle auto) e Chrysler Financial (la parte che mette a disposizione i soldi per la produzione) sono entrambe controllate da Cerberus.

Il colosso tedesco Daimler (Mercedes), che ha rischiato il fallimento nella fusione con Chrysler, detiene il 20% di entrambe le aziende, quota che però è destinata a azzerarsi, secondo il piano del governo Usa.

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