G 20/ La Cina reclama un posto al tavolo dei grandi. Il resto sarà un nulla di fatto

Primo giorno del summit mondiale dei G 20, i pù grandi e o i più ricchi paesi del mondo i cui capi si riuniscono a Londra per parlare dei destini del pianeta, con poche speranze che ne esca qualcosa di buono.

Alla partenza si ritrovano gli schieramenti della guerra in Iraq. L’America del presidente Barack Obama e la Gran Bretagna del primo ministro Gordon Brown hanno ribadito il rapporto speciale che lega i due governi. Vogliono pesanti interventi di stimolo per rimettere in moto l’economia. Peccato che non abbiano soldi da buttare nell’impresa e debbano sperare che altri, come i sauditi o i cinesi, lo facciano.

Lo schieramento anglo americano ha spinto di nuovo la tedesca Angela Merkel e il francese Nicolas Sarkozy l’uno nelle braccia dell’altra. Enrambi  chiedono lotta agli evasori fiscali (nel campo, a confronto con i tedeschi, gli italiani sono dei ladri di polli) e nuove severe regole sulla finanza: accusano per il presente caos mondiale, e non senza ragione, “le regole economiche anglosassoni” e  comportamenti discutibili delle banche e non vogliono che a queste vengano dati altri fondi.

Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, nell’elenco dei desideri ha incluso sia lo stimolo di Brown sia i duri regolamenti di Merkel e Sarkozy. Quest’ultimo ha minacciato di andarsene se non saranno prese decisioni efficaci.

Ma c’è chi pensa che tutta l’agitazione della vigilia, non solo da parte di Sarkozy, non sia stato altro che un modo per guadagnare qualche punto nei sondaggi d’opinione nelle rispettive patrie.

E poi sullo sfondo c’è la Cina, preoccupata di come finiranno i miliardi e miliardi di buoni del tesoro americano idealmente accumulati nelle casseforti di Pechino negli anni. Il presidente Hu Jintao potrà anche farsi convincere a dare una mano all’occidente, ma in cambio chiderà più ruolo e voce in capitolo in due istituzioni finora territorio di caccia americano: il Fondo Monetario Internazionale e la Banca mondiale.

Una ridistribuzione di poteri sarà forse l’unico vero sostanziale risultato di questo G20, notano i commentatori dei quali blitzquotidiano propone un paio di links.  E la nuova distribuzione del potere mondiale sembra riflessa nella distritìbuzione dei posti a tavola, mercoledì sera, al pranzo ufficiale offerto dal primo ministro inglese Brown.

Ormai i G8 hanno perso valore, perché sono limitati alle “grandi potenze” ormai un po’scosse dalla crisi e imbarazzate dai loro errori, mentre escludono le potenze emergenti. Nota la Cnn che questo il primo ministro italiano Silvi Berlusconi sembra averlo già ben capito, perché ha chiesto che dopo il G 8 che si terrà in Sardegna, a stretto giro si tenga anche un G 20.

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