Cisgiordania, revocata la residenza a 140 mila palestinesi

GERUSALEMME – Tra il 1967 e il 1994 Israele ha revocato il permesso di residenza a circa 140 mila palestinesi della Cisgiordania grazie a un espediente procedurale segreto, secondo quanto ha riferito oggi il quotidiano Haaretz che cita un documento riservato preparato dal consigliere per la Giudea e Samaria (Cisgiordania) del ministero della giustizia israeliano. Israele ha poi cessato di fare uso di questo espediente dopo la firma degli accordi di Oslo, su cui si basa il successivo processo di pace israelo-palestinese. Dal documento risulta che fino al 1994 le autorita' d'occupazione israeliane imponevano a ogni palestinese della Cisgiordania diretto all'estero per motivi di studio o di lavoro di depositare la sua carta di identita' alla stazione di confine con la Giordania ottenendo in cambio un'altra della validita' di tre anni, rinnovabile ogni volta per un anno fino a un massimo di tre. Dopo questo periodo il palestinese veniva considerato come non piu' residente in Cisgiordania, restandogli tuttavia la facolta' di appellarsi a un'apposita commissione. Poiche' nel 1994 la popolazione della Cisgiordania contava poco piu' di un milione di palestinesi, il dato implica, secondo il giornale, che senza la revoca della residenze sarebbe stata del 14% piu' numerosa. Dopo il 1994 Israele ha permesso il ritorno di diverse migliaia di palestinesi che erano legati all' Autorita' palestinese o i cui ricorsi sono stati accolti dalla commissione d'appello. La stessa procedura resta tuttora in vigore per gli abitanti arabi di Gerusalemme est che rischiano percio' di perdere il diritto di residenza se restano continuamente all'estero per sette anni. Il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat, il cui fratello e' una delle vittime della procedura di revoca delle residenza, ha affermato che questa politica di Israele costituisce ''un crimine di guerra''. A suo dire, ''il documento dimostra che Israele e' impegnato in una politica sistematica di sfollamento (dei palestinesi) al fine di acquisire terre per l'espansione di colonie di insediamento (ebraico) e per cambiare la composizione demografica nei territori palestinesi occupati''.

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