Cittadella, Padova. Parroco pro clandestini: “Si riprendono ciò che gli rubiamo”

Don Matteo Ragazzi, il parroco di Cittadella pro clandestini

«Non voglio fare la guerra a nessuno, cerco solo di svolgere bene la mia missione, che è quella di far riflettere le persone sul messaggio del Vangelo. Ho parlato con il vicario generale Paolo Doni, perché il Vescovo non era in città. Mi ha detto di rispondere a tutte le polemiche che sarebbero sorte con le parole di Gesù, che si è sempre schierato con i poveri e con gli ultimi. Spero che il Vescovo non mi lasci solo».

A parlare è il parroco di Cà Onorai di Cittadella don Matteo Ragazzo, che nei giorni scorsi era stato bersagliato di telefonate e messaggi per la lettera pubblicata sul bollettino vicariale di settembre. Nella lettera, il parroco aveva espresso la sua contrarietà per la politica di respingimento degli immigrati del ministro leghista Roberto Maroni.

Aveva scritto: «Se abitassi in Africa verrei in Europa a riprendermi almeno in parte quello che l’Europa e le multinazionali hanno rubato e stanno rubando nel mio Paese. E se trovassi leggi, ordinanze o decreti che tentano di fermarmi non mi spaventerei, perché anche io come te, ho il diritto di dare un futuro ai miei figli e alla mia famiglia».

Don Matteo afferma di essere pronto a qualunque conseguenza per le sue parole, anche ad essere trasferito ma afferma convinto di non poter «lasciare la mia coscienza in soffitta. Soprattutto quando sento dire dai bambini della mia parrocchia frasi come “negri bastardi, dovaria coparli tutti”. Mi si spezza il cuore. La cosa peggiore che ora potrebbe succedere è che nella mia parrocchia si creino fazioni pro parroco-anti parroco. In questo caso non sarei più in grado di svolgere la mia funzione e sarei io a chiedere di andarmene. Nonostante il grande affetto che mi lega ai miei parrocchiani».

Il sindaco di Cittadella è Massimo Bitonci, che oltre a fare il sindaco è un deputato per il Carroccio che si occupa in supporto al ministro Maroni dei temi della sicurezza e dell’immigrazione: Don Matteo afferma tuttavia di aver sentito telefonicamente il sindaco e di avergli offerto la sua personale.

Il parroco continua spiegando che «La mia non era una critica diretta a lui. Ma in molti Paesi dell’Africa che ho citato sono andato personalmente. C’è povertà, guerra civile e il primo mondo sfrutta le loro risorse. E quando vengono a cercare una vita migliore in Europa noi li cacciamo senza nemmeno sapere chi sono. Questo comportamento va contro le convenzioni internazionali, come ha scritto anche il settimanale Famiglia Cristiana».

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