Classifica dei Paesi più vivibili e sicuri/ Prima Nuova Zelanda, ultimo Iraq. L’Italia al 36.mo posto: sotto Romania e Botswana

C’è chi ci chiama Bel Paese, chi Italietta. All’adorazione per le nostre donne, i nostri cibi e le nostre bellezze artistiche e naturali spesso si accosta il disprezzo per la criminalità organizzata, l’amministrazione che fa acqua da tutte le parti, la politica non sempre efficiente.

Oggi arriva anche la classifica dei 144 Paesi più vivibili e più sicuri del Mondo a confermarci questa ambivalenza di percezione. Secondo uno studio dell’ “Economist Intelligence Unit”, l’Italia nel 2009 è al 36esimo posto. Ben 8 posizioni più in giù rispetto allo scorso anno. Dopo Paesi che nel nostro immaginario collettivo sono “zone depresse e sottosviluppate” come il Botswana e la Romania, un solo posto dopo la Gran Bretagna, ma sopra alla più grande potenza del mondo, gli Stati Uniti d’America,  all’83.mo posto. Almeno una consolazione, seppur minima.

Per stilare questa classifica gli studiosi si sono basati su 23 criteri, tra i quali le guerre in atto, i conflitti interni, il rispetto per i diritti umani, la criminalità interna, il numero di carcerati e il livello di democrazia. Tenendo presente che la crisi economica mondiale influenza moltissimo il livello di vivibilità e di pace nei Paesi di tutto il mondo. Si può capire allora perché gli Usa si siano posizionati all’83.mo posto, aggravati come sono dalle conseguenze di due guerre, dalla crisi economica, da un livello altissimo di criminalità, dalla quasi assoluta libertà nell’acquisto di armi: stanno tra Ucraina e Kazakhstan, poco sopra Rwanda e Mongolia, ma sotto Serbia e Moldavia.

I Paesi che secondo lo studio sono considerati più vivibili sono la Nuova Zelanda, seguita da Danimarca, Norvegia e Islanda. Agli ultimi posti, invece, rimangono ancora stabili l’Iraq, preceduto di poco da Afghanistan, Somalia e Israele.

Per quanto riguarda l’Italia i dati che più di altri hanno stabilito una posizione non certo di vertice sono stati la percezione della criminalità, secondo lo studio molto alta nel nostro Paese, il numero limitato delle forze di polizia in proporzione alla popolazione e l’efficienza dell’esercito. Un voto medio riceve invece il “rispetto per i diritti umani”. Insomma l’Italia non è il massimo, ma nemmeno sta malissimo. Soprattutto se si confronta ad esempio il voto ottenuto sul livello di democrazia interna dalla Nuova Zelanda (9.19), il nostro Paese (7.98), la Gran Bretagna (8.15), gli Stati Uniti (8.22) o sulle libertà civili, su cui l’Italia ottiene un punteggio di rilievo come 9.12.

* Scuola Giornalismo Luiss

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