Come si ricordano i sogni? Ricercatori italiani svelano il segreto

ROMA 05 MAG Se si ricorderanno i – ROMA, 05 MAG – Se si ricorderanno i sogni fatti di notte, belli o brutti che siano, dipende dall'andamento di alcune onde cerebrali durante il sonno. Lo ha scoperto una ricerca italiana, pubblicata dal Journal of Neuroscience, che per prima ha anche dimostrato che l'attivita' onirica non riguarda solo la fase Rem ma anche le altre, anche se con modalita' diverse. Lo studio del dipartimento di Psicologia della Sapienza e dell'Associazione Fatebenefratelli per la Ricerca (AFaR), insieme a ricercatori delle università dell'Aquila e Bologna, ha scoperto che solo se la corteccia cerebrale presenta oscillazioni elettriche lente, chiamate onde theta, durante la fase REM del sonno le persone ricorderanno il sogno appena prima del risveglio. Per arrivare a questa conclusione alcuni studenti del laboratorio di medicina del sonno della Sapienza hanno dormito in condizioni controllate con un elettroencefalogramma per 7,5 ore, e sono stati risvegliati o durante la fase Rem o durante quella non Rem. Dopo il sonno ai soggetti e' stato chiesto di raccontare i propri sogni, e proprio esaminando quelli del secondo gruppo e' emerso che anche nella fase non Rem ci puo' essere attivita' onirica: "In tal caso – spiega Luigi De Gennaro, primo autore della ricerca – il successivo ricordo dei sogni è legato non alla presenza, ma al contrario all'assenza sulla corteccia temporo-parietale destra di oscillazioni con frequenza da 8 a 12 Hz, chiamate onde alpha". Gli esperti hanno dimostrato che quello riscontrato per i sogni e' lo stesso meccanismo che si trova anche in stato di veglia per la cosiddetta memoria episodica, fenomeno già noto agli studiosi: "Quando si chiede a una persona di ricordare fatti e situazioni – spiega De Gennaro – la presenza di specifiche oscillazioni elettriche nelle aree frontali rende possibile il ricordo. Se questo non accade, la memoria dell'evento apparentemente sarà perduta per sempre". Lo studio ora proseguira' ripetendo gli stessi esperimenti piu' volte sugli stessi soggetti, per cercare di capire se l'attivita' cerebrale che permette di ricordare i sogni sia una caratteristica fissa o se e come vari nel tempo. Ad altri invece tocchera' spiegare 'perche'' si ricordano i sogni, ora che e' stato identificato il 'come': "In sostanza – conclude De Gennaro – non sappiamo ancora perchè ricordiamo o dimentichiamo i sogni, ma abbiamo finalmente identificato come ricordiamo e come dimentichiamo. Il nostro compito di neuroscienziati è di capire i meccanismi, mentre lasciamo agli psicoterapeuti e agli psicoanalisti la risposta sulle cause ultime". .

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