Giuseppe Conte, l’avvocato del popolo, le sta provando tutte pur di non lasciare la ribalta politica. Eppure si dice in modo perentorio che quando le luci si spengono bisogna abbandonare il palcoscienico. Evidentemente Giuseppe Conte non la pensa così se leggiamo il suo curriculum degli ultimi anni. Arrivato a Palazzo Chigi quando nemmeno lui credeva ai suoi occhi, è rimasto seduto su quella poltrona per ben due volte. Facendo salti paragonabili a quelli di Gianmarco Tamberi che di recente ha superato l’asticella dei due metri e trentasette centimetri.
CONTE HA PATITO IL FLOP ALLLE EUROPEE
Il presidente dei 5Stelle (che si può accusare di tutto tranne che di non essere un esperto diplomatico oltre che un uomo carico di furbizia) sente nell’aria che c’è puzza di bruciato per la sua persona. Le ultime europee sono stato un flop, anche lui onestamente lo ha riconosciuto. Nel movimento di una volta (quello di Grillo e Di Maio per intenderci) non è gradito, usiamo un eufemismo. Malgrado i pentastellati oggi siano in grande maggioranza con lui, tira una brutta aria per il presidente.
Per quale ragione? E’ sotto gli occhi di tutti: gli elettori stanno dimunuendo visivamente, nelle stanze che contano lui è quasi sparito. Eppure, non è rimasto con le mani in mano da quando è cominciata la discesa. Prima ha provato a diminuire il peso specifico di Elly Schlein, proponendosi come il primo protagonista dell’opposizione.
La maggioranza avrebbe dovuto fare i conti con lui per qualsiasi progetto fosse proposto. Non è andata affatto bene perché alle ultime elezioni per arrivare a Bruxelles il Pd ha fatto un salto di qualità superando l’ostacolo del venti per cento, mentre i grillini sono rimasti lì a guardare.
RIESUMAZIONE DEL CAMPO LARGO
Si vuole tentare di nuovo il campo largo? Ok, però gli accordi debbono essere scritti e non rimanere pattuiti a voce.
Il tentativo è stato in fase di stallo fin quando alle elezioni francesi la destra non ha stravinto. Macron propone: “Tutti insieme al ballotaggio per impedire “il ritorno del fascismo”. Allora pure in Italia si deve agire di conseguenza e alla Bolognina le forze di sinistra si riuniscono per seguire l’esempio dei cugini d’oltr’alpe. Conte non poteva mancare, sarebbe stato un suicidio. Solo Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno disertato, però l’iniziativa ha avuto un discreto successo
Tutto questo voleva dire che il presidente dei 5Stelle si era convinto che da quel momento in poi avrebbe dovuto fare la ruota di scorta del Pd? Forse a parole, ma non nei fatti. Giuseppe Conte ne studia un’altra delle sue: corre a Bruxelles e riesce ad ottenere un posto nel gruppo della sinistra europea, conosciuta con il nome di “The left”.
Detto e fatto: i cinque promossi alle elezioni seguono alla lettera le indicazioni del capo e siedono, attenzione, vicino ai parlamentari vicini a Nicola Fratojanni e Nicola Bonelli. Ciò significa aderire alla sinistra che di sinistra non si può, accanto a Ilaria Salis che, appena entrata, ha diviso il binomio al vertice del partito. Fratojanni è con lei sull’occupazione abusiva delle case; Bonelli ritiene senza mezzi termini che questo sia un reato,
D’accordo, ma dove vuole andare a parare Giuseppe Conte? Ecco la mossa strategica: creare a Strasburgo un nuovo gruppo che abbia importanza e magari scavalchi (sempre a sinistra) gli altri componenti dell’opposizione. Se questo atto dovesse avere i suoi frutti potrebbe portare l’avvocato del popolo ad avere più peso pure in Italia: per proporsi ancora una volta come l’unico interlocutore dell’opposizione in grado di impensierire chi governa. E’ soltanto un sogno?