Corpi speciali britannici: uccisioni notturne illegali in Afghanistan, inchiesta per "crimini di guerra" Corpi speciali britannici: uccisioni notturne illegali in Afghanistan, inchiesta per "crimini di guerra"

Corpi speciali britannici: uccisioni illegali in Afghanistan, inchiesta per “crimini di guerra”

Corpi speciali britannici: uccisioni notturne illegali in Afghanistan, inchiesta per "crimini di guerra"
Corpi speciali britannici: uccisioni notturne illegali in Afghanistan, inchiesta per “crimini di guerra”

LONDRA – La verità sulle 200 incursioni notturne “spara per uccidere” delle Sas (Special Air Service) in Afghanistan, avvenute tra il 2010 e il 2013, raccontata da un ex soldato che ha compiuto 200 operazioni speciali. Il militare racconta di essere  contravvenuto alle regole per difendere l’unità d’élite dalla “caccia alle streghe” che era in corso nel paese nei confronti dei britannici e afferma che le uccisioni illegali erano “tacite regole del nostro lavoro”. 

In un’intervista rilasciata a The Mail on Sunday, l’ex militare ha fortemente difeso gli interventi del reggimento.  Le dichiarazioni sulle incursioni notturne segrete in Afghanistan, arrivano dopo alcune affermazioni su componenti dell’Sas accusati di aver ucciso a sangue freddo dei civili disarmati e falsificato rapporti sulla missione.  Le pesanti accuse fanno parte di un’inchiesta della Royal Military Police (RMP) denominata Operation Northmoor.
Il soldato ha dichiarato quanto le accuse contro le SAS siano errate ed ha raccontato che gli afgani disarmati sono stati sistematicamente uccisi ma solo dopo che l’intelligence di alto livello ha confermato la loro identità. I morti, ha aggiunto il militare, erano comandanti talebani e non dei civili.
 In un solo anno, gli squadroni D e G delle Sas hanno ucciso più di 600 combattenti nemici, alcuni dei quali avrebbero potuto essere semplicemente catturati. Il soldato ha insistito sul fatto che non ci fosse la possibilità di farli prigionieri poiché, dopo averli consegnati alla polizia afgana, nel giro di giorni sarebbero stati rilasciati. In circostanze eccezionali, le truppe Sas avrebbero piazzato delle armi accanto ai corpi dei comandanti talebani disarmati e uccisi, una delle accuse centrali, ma ha affermato che erano l’unico modo per essere creduti, sebbene avessero raccolto prove utili a dimostrare che erano terroristi.
La Sas è stata anche accusata di aver falsificato i rapporti per far credere che a sparare ai comandanti talebani fossero state le truppe afghane e non i soldati dell’unità speciale. Lo ha ammesso, ma ha aggiunto che avevano ricevuto l’ordine di esagerare nel coinvolgimento dell’esercito afghano, per motivi politici. Il soldato ha riferito che i civili, compresi i bambini, quando le operazioni sono andate storte, hanno perso la vita. “Abbiamo mirato solo a chi era responsabile della campagna di violenza nei confronti delle truppe britanniche di stanza nella provincia di Helmand. Che fai quando qualcuno è esperto a coprire le tracce? Arrestarli era inutile, sarebbe stati rilasciati dopo pochi giorni, per cui il fine giustificava i mezzi”.
Il ministero della Difesa ha recentemente invitato gli investigatori a concludere il lavoro entro questa estate, sollevando il timoro che il Governo stia cercando di insabbiare i crimini di guerra. Un portavoce del Ministero della Difesa ha dichiarato: “I nostri militari servono con grande coraggio e professionalità e siamo orgogliosi dei loro alti standard. Laddove vengano sollevate accuse credibili, è giusto che siano indagati da una polizia indipendente come la Royal Military Police”. In questi anni, aggiunge il portavoce, non sono state trovate “prove di comportamento criminale delle forze armate in Afghanistan. Per questa ragione sono state sospese oltre il 90% delle 675 accuse e attualmente restano meno di dieci indagini”.

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