CRAC PARMALAT: PM CHIEDE 13 ANNI PER TANZI

Tanzi_calisto2 Tredici anni di reclusione sono stati chiesti dalla Procura di Milano per Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat, per il crac dell’azienda emiliana nel processo in corso a Milano. Tanzi risponde di aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza insieme ad altri 7 imputati e a Italaudit,  imputata in base alla legge 231. Per l’ex patron di Collecchio l’accusa ha chiesto di negare qualsiasi attenuante generica: «Si tratta di un aggiotaggio irripetibile, di enorme gravità e non si può concedere nessuna attenuante» ha detto il pm Eugenio Fusco.

Al termine della loro requisitoria i pm di Milano hanno formulato le richieste di condanna: per Luca Sala, Louis Moncada, Antonio Luzi (tutti e tre manager di Bank of America) rispettivamente a 6, 5 e 3 anni e mezzo di reclusione; per l’ex manager di Parmalat Venezuela, Giovanni Bonici, l’accusa ha chiesto una condanna a 3 anni e mezzo; per Luciano Silingardi e Paolo Sciumè i magistrati hanno chiesto al tribunale una condanna a 5 anni ciascuno. Quattro anni è invece la richiesta formulata per Enrico Barachini. Infine per Italaudit, ex Grant Thornton, l’accusa ha chiesto una sanzione di 300mila euro più una confisca per altri 600mila euro.

Il Crac Parmalat fu scoperto a fine 2003: il buco lasciato dalla società si aggirava attorno ai 14 miliardi di euro. Dopo il fallimento i piccoli risparmiatori, che avevano investito in bond, furono risarciti solo in parte; la società fu salvata grazie al decreto "Salva-imprese".

La difesa: discrasia con pene patteggiate. Per Giampiero Biancolella, difensore dell’ex patron di Parmalat, «esiste una una forte discrasia tra le pene che sono state patteggiate ad altri imputati e quella richiesta oggi per Calisto Tanzi. Anche dalla requisitoria tenuta oggi in aula dal Pm – sottolinea il legale – è emerso che dal 1996 fino al momento del dafault, Parmalat ha visto la propria capacità di autodeterminarsi scemare nell’interesse di terzi. Quella richiesta è una pena che andrà ridimensionata».

 

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