Crescono le disuguaglianze. Così almeno sostengono gli statistici. In 16 anni, diono, è raddoppiata la povertà. Questa in estrema sintesi, i risultati del rapporto della Fondazione Cariplo, presentato a Milano nei giorni scorsi.
“Un cazzotto allo stomaco” , ha commentato il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, prete molto a sinistra. Lo studio rileva che due milioni di famiglie si trovano in una situazione di povertà assoluta. Ma tutti col telefonino.
Nel 2005 erano un milione. Dice Giovanni Tosti, presidente di una Fondazione che (insieme al gruppo Intesa San Paolo) ha avviato un primo lavoro di ricerca e sostegno per arginare questa preoccupante escalation:”Da anni assistiamo ad una frammentazione crescente che crea un divario di futuro è di prospettiva di vita: è in questo spazio che perdiamo il potenziale umano di tanti ragazzi, lavoratori, cittadini del domani. Per questo noi investiamo sulle potenzialità delle persone e sui legami di comunità “.
DISUGUAGLIANZE, DATI CONFERMATI DALL’ISTAT
L’Istituto Nazionale di Statistica – ente pubblico di ricerca italiana – è sulla stessa linea. Ha calcolato che nel 2021 poco più di 1,9 famiglie (7,5% del totale) sono in condizione di povertà assoluta. In cosa consista non ve lo so dire e come sia essere povero a Nord o a Su d’Italia dovrebbe fare una certa differenza.
Una situazione che coinvolge quasi 6 milioni di individui. Pertanto la povertà assoluta è sul livello dei massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia dovuta al Covid-19. La soglia di povertà assoluta rappresenta il valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia. Una famiglia è assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a tale valore monetario.
Gli ultimi dati ISTAT parlano chiaro: le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione e 960.000 pari a 5.700.000 persone. Dati confermati anche dalla Caritas che aggiunge la preoccupazione per l’incidenza degli stranieri che raggiunge il 55%. E’ cresciuta anche l’incidenza dei disoccupati o inoccupati passata dal 41% al 47%.
I PROGETTI DI UTILITÀ SOCIALE DA SOLI NON BASTANO
Le fondazioni si stanno impegnando con diversi bandi (per aree tematiche) a cercare di risolvere questo problema . La Cariplo, ad esempio, anche quest’anno ha erogato contributi a fondo perduto alle organizzazioni del Terzo Settore per la realizzazione di progetti di utilità sociale. Un passo importante. Per di più non isolato. Occorre però integrarlo con una adeguata politica governativa. Il fenomeno è prossimo al livello di allarme. Così almeno dicono.