Crimi, lo 0,9% dei ciclisti professionisti è positivo al doping

ROMA – Lo 0,9% dei ciclisti professionisti controllati e' risultato positivo al doping, secondo i dati del Coni relativi al 2010. La cifra allarmante e' stata sottolineata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Rocco Crimi, in occasione della presentazione a Palazzo Chigi della nuova edizione dell'iniziativa antidoping 'Borraccia trasparente'. Crimi ha rilevato come il fenomeno doping sia ancora piu' preoccupante nel settore del ciclismo amatoriale, dove la percentuale dei positivi raggiunge il 9%. ''Quello dello 0,9% di positivi al doping tra i ciclisti professionisti – ha detto Crimi – e' un dato inferiore rispetto al 2009, quando era pari all'1,6%, ma e' sempre un dato molto alto, se paragonato, ad esempio, ai dati relativi alla positivita' al doping nel calcio, dove si raggiunge lo 0,9% o nel nuoto, atletica e pallacanestro, dove la percentuale e' pari allo 0,3%''. Passando poi allo sport amatoriale, come rilevato dalla commissione Antidoping del ministero della Salute – ha affermato ancora Crimi – ''abbiamo nel 2010 il 9% di positivi al controllo antidoping tra i ciclisti amatoriali; un numero decisamente troppo elevato, anche se – ha precisato – in calo rispetto al 12% del 2008''. Crimi ha anche puntato i riflettori su un ulteriore fenomeno preoccupante: il 60% degli atleti amatoriali, ha denunciato, fa uso o abuso di integratori alimentari, spesso senza controllo medico o utilizzando prodotti importanti da Paesi extracomunitari e dunque non controllati. Questo, ha avvertito Crimi, ''e' un fenomeno pericoloso per la salute degli atleti''. Quindi, ha commentato il sottosegretario, ''sulla lotta al doping il governo non abbassa la guardia''. ''Bene – ha proseguito – il richiamo fermo del presidente del Coni, Petrucci, che ha chiesto alla Federazione un atto dirompente, che e' arrivato con le sanzioni approvate lo scorso 4 maggio; ma ancora cio' non basta''. Infatti, ha detto Crimi, ''bisogna intensificare i controlli e promuovere le campagne di sensibilizzazione antidoping. Un'azione incisiva e necessaria – ha aggiunto – soprattutto per tutelare i giovani e gli sportivi amatoriali, tenendo conto che questa lotta e' soprattutto una questione di educazione e prevenzione''. .

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