Crisi/ Toyota: dopo due anni di perdite, i nuovi leader cambiano strategia. Più autonomia in Nord America, nuovi modelli a livello regionale e taglio dei costi

«Ci aspettano altri due anni di crisi»: è l’allarme lanciato martedì dal neo-presidente della Toyota, Akio Toyada, che vede ancora delle nubi all’orizzonte per il mercato delle auto, ennesime difficoltà che non spaventano Toyada.

Il nuovo presidente segna un ritorno alle origini: è nipote del fondatore della Toyota e ha già in mente la ricetta per uscire dalla crisi in modo che il colosso giapponese possa tornare ad esser il n.1 del settore.

Quello ideato da Toyada e annunciato nella sua prima conferenza stampa, è un piano che si basa sostanzialmente su tre linee: operare in maniera più autonoma nel mercato Nord americano;  progettare nuovi modelli a livello regionale; tagliare i costi. Se negli Usa la parola d’ordine sarà riorganizzazione, in Europa  Toyota intende puntare sulle auto ibride, come la Prius. Anche perchè è un mercato che nel Vecchio Continente non ha ricevuto la stessa attenzione da parte dei governi nazionali.

Dopo due anni di esercizi in perdita,  nel 2010 non si potrà dunque prescindere da una consistente sforbiciata delle spese. Solo così l’azienda potrà tornare ad essere redditizia anche utilizzando solo il 70% delle sua capacità produttiva. Il tutto, a differenza delle sue rivali Chrysler e General Motors, senza ridurre i posti di lavoro a tempo pieno.

In poche parole, come ha detto Toyada, bisognerà «tentare di fare di tutto per evitare di avere il terzo anno consecutivo di perdite».

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